lunedì 30 marzo 2009

Fine vita, Bondi apre. E i laici: ora si cambi la legge

Corriere della Sera 30.3.09
Dopo la sfida del presidente della Camera
Fine vita, Bondi apre. E i laici: ora si cambi la legge

ROMA — Alla bocciatura di Fini della legge sul testamento biologico votata dal Senato (è degna di uno «Stato etico») Berlusconi nel suo discorso non replica in alcun modo. D'altra parte, come commenta il capogruppo alla Camera del Pdl Cicchitto, è giusto che sia così, perché serve «cautela» nel trattare un tema così delicato, serve «tempo» e servono «approfondimenti», perché le divisioni ci sono e alla Camera la pattuglia dei «laici» è consistente e agguerrita. Se Berlusconi non si espone, lo fa però Sandro Bondi: «C'è in me la consapevolezza che è la sfera politica che deve ricercare una mediazione. E io credo che ferma restando la proibizione dell'eutanasia, quando tuttavia l'alimentazione o l'idratazione significhi accanimento o irragionevole ostinazione, debba scattare la libera volontà del paziente». La sferzata di Fini insomma ha colpito nel segno. E infatti se ne rallegrano i laici come Benedetto Della Vedova: «Ho sempre detto che alla Camera almeno una cinquantina di deputati del Pdl avrebbero votato no al testo Calabrò, oggi ne sono ancora più convinto: da Montecitorio uscirà una legge molto diversa». Ci spera Margherita Boniver, che pure preferirebbe che una legge non ci fosse proprio: «Sono certa che qui alla Camera si arriverà a una mediazione, Fini è stato importante». «Non si può certo ignorare l'esistenza di una grande parte di elettori laici nei confronti dei quali abbiamo l'obbligo di cercare una mediazione tra il testo uscito dal Senato e l'esigenza di garantire la libera scelta dell'individuo», ragiona Chiara Moroni.
Mentre già echeggiano le proteste dei cattolici più estremi: «Alla Camera — avverte Alfredo Mantovano — il ddl può essere reso ancora più chiaro: la gran parte dei deputati del Pdl è orientata per la tutela della vita». Con lui si schiera buona parte della vecchia An, da Gasparri ad Alemanno, ma anche un ex socialista come Sacconi, mentre altri ministri come Matteoli, Brunetta e la Prestigiacomo sono sulla linea di Fini. In attesa che qualcuno tiri fuori dal cilindro la soluzione che fin qui non si è trovata. E che secondo i maliziosi è una sola: infilare il ddl in un cassetto, e dimenticarlo lì.
P.D.C.

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