venerdì 11 dicembre 2009

Ru486, Sacconi minaccia "Solo ricoveri in ospedale o interverrà il governo"

La Repubblica 11.12.09
Ru486, Sacconi minaccia "Solo ricoveri in ospedale o interverrà il governo"
di Michele Bocci

Ma sull´applicazione della norma le Regioni si dividono
Resta accesa la polemica politica Dorina Bianchi (ex Pd ora Udc): "Non è un aborto soft"

ROMA - Il governo tuona contro le Regioni: la Ru486 deve essere somministrata solo in ricovero ordinario. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della delibera Aifa che ammette il farmaco nel nostro sistema sanitario, il ministro al Welfare Sacconi avverte: «Prenderemo iniziative contro chi non rispetterà la 194, il ricovero dovrà essere effettivo». Il timore è quello che molte donne firmino per tornare a casa, visto che nessuno può essere obbligato a restare in ospedale contro la sua volontà salvo in casi particolari. Nella delibera dell´Aifa, pubblicata l´altroieri, si parla di ricovero «dal momento dell´assunzione del farmaco fino alla verifica dell´esplulsione del prodotto del concepimento». Secondo qualcuno la frase lascia aperta anche la possibilità del day-hospital, e infatti l´Agenzia è stata duramente criticata dallo stesso Sacconi, oltre che dal centrodestra e dal Vaticano, per non essere stata più esplicita. L´esecutivo potrebbe chiedere una riunione dello Stato-Regioni per disegnare le linee guida di somministrazione ma per ora non lo fa.
Dalla ditta Exelgyne, che produce la Ru486, spiegano che a febbraio saranno pronti per la distribuzione. Che succederà? In Italia ci sono Regioni che somministrano il farmaco ormai da 4 anni, acquistandolo all´estero caso per caso. Alcune prevedono il ricovero ordinario. Come la Toscana, dove non cambierà nulla. «A suo tempo - spiega l´assessore alla salute Enrico Rossi - prevedemmo il ricovero dopo aver sentito il consiglio sanitario regionale. Credo comunque che in questioni come queste resti fondamentale il rapporto medico-paziente». È un fatto che in Toscana la stragrande maggioranza delle donne fino ad oggi abbiano firmato dopo la somministrazione della pillola per tornare a casa, ripresentandosi il giorno dell´espulsione provocata dalle prostaglandine. Anche in Emilia Romagna il farmaco viene importato, ma si prevede il day hospital. «Andremo avanti, quello che stiamo facendo è perfettamente in linea con quanto previsto dall´Aifa - dice l´assessore alla salute Giovanni Bissoni - Le linee guida le hanno fatte i nostri professionisti». In Veneto la pillola fino ad ora non veniva somministrata. L´assessore Sandro Sandri annuncia che la Regione «si atterrà strettamente a quanto suggerito dal ministro Sacconi. Organizzeremo le nostre strutture per dare la pillola in regime di ricovero ordinario».
Ieri la senatrice Donatella Poretti (Radicali-Pd) ha ricordato come «Sacconi ha scritto nella relazione al Parlamento sulla 194 che, in alcuni casi, la pillola è stata data in regime di day hospital. Se pensa che una cosa del genere violi la legge poteva andare in procura». Il presidente della Pontificia accademia della Vita, monsignor Rino Fisichella, ha detto che «pensare che la Ru486 non sia un vero aborto è un inganno». Secondo Sacconi è «inequivoco il fatto che il processo farmacologico debba svolgersi sotto controllo medico ospedaliero». Il ministro annuncia controlli, così come il senatore Pdl Maurizio Gasparri. Dorina Bianchi, senatrice da poco passata dal Pd all´Udc, chiarisce: «Mi auguro che l´aborto farmacologico non venga considerato una procedura soft e indolore per la donna». Livia Turco del Pd parla della «fine di un tormentone. Ci potevano essere risparmiati mesi di scontri».