mercoledì 24 novembre 2010

Dai finiani alla sinistra ecco la lobby laica che spaventa il Vaticano

Dai finiani alla sinistra ecco la lobby laica che spaventa il Vaticano

Francesco Peloso, Il Secolo XIX, il 19/11/10

Quel che s’avanza è una lobby laica trasversale. Dalla nuova destra finiana a settori del Pd, fino ai vendoliani e passando per la fondazione di Montezemolo, sta prendendo forma, con la deflagrazione del Pdl, un gruppo composito di personalità, parlamentari, opinion maker decisi a far rispettare i diritti individuali, quelli della persona. Il che, tradotto, vuol dire riconoscimento delle coppie di fatto etero e omosessuali, rifiuto dell’omofobia, parità fra uomo e donna, approvazioni del divorzio breve, tutela della legge 194 sull’aborto, apertura su temi come la fecondazione assistita e il testamento biologico, e poi diritti di voto e cittadinanza per gli immigrati, affermazione delle pluralità religiosa del Paese.
I modelli sono la Francia del laicismo positivo alla Sarkozy e la Spagna zapaterista più decisamente anticlericale. Insomma se la Chiesa ha sempre chiamato i cattolici ad unirsi, al di là dell’appartenenza di partito, sui temi eticamente sensibili, ora da parte laica si sta ragionando su un analogo e contrario movimento. A dare la linea è stato lo stesso leader di Futuro e libertà, Gianfranco Fini, che ha affermato un principio generale: «il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso».
Dall’altra parte, Stefano Rodotà, leader autorevole della sinistra laica, ha censurato il recente tentativo di Silvio Berlusconi di utilizzare, nei frangenti tormentanti della crisi di governo, i temi etici con l’obiettivo di «mettere in difficoltà i finiani, già critici verso la legge sulla procreazione e ostili alla proposta di testamento biologico approvata dal Senato, per allettare l’Udc e creare divisioni all’interno del Pd". E però, spiegava ancora con malizia Rodotà, il vero destinatario della linea "pro-life" del Cavaliere, "erano le gerarchie vaticane".
Temi etici. Va detto che Fini non si è mai tirato indietro sui temi etici, anche a costo di ritrovarsi isolato nel Pdl come è avvenuto sul caso Englaro. "Mi sarei comportato - ha detto in proposito - come la famiglia di Eluana", "la volontà della persona coinvolta e della famiglia è meritevole del rispetto delle istituzioni, è una soglia che non deve essere varcata a cuor leggero dallo Stato". Tanto per capire quanto pesino simili questioni, si pensi che la finiana Flavia Perina, direttore del "Secolo", l’estate scorsa, descrivendo il rapporto di Futuro e libertà con il governo, osservava: "sui temi etici, sul testamento biologico, rivendicheremo la libertà di coscienza, ma per il resto saremo leali". Insomma lo spartiacque era proprio quello.
Certo è che un ruolo importante nella costruzione di un asse laico, ce l’hanno avuto i radicali, alfieri dei principi laici e delle battaglie per l’autodeterminazione dell’individuo - definizione aborrita dal Vaticano - presenti non a caso sia a destra che a sinistra. Così i 9 parlamentari pannelliani eletti nel Pd, sei alla Camera e tre al Senato fra cui Emma Bonino, hanno il loro peso visto l’attivismo di cui si rendono protagonisti. Lo stesso dicasi per Benedetto Della Vedova, radicale della prima ora, deputato Pdl e ora a capo dell’associazione "Libertiamo", ovvero i valori liberali e laici propugnati a destra. Così, date le premesse, non è stato casuale l’ultimo attacco a testa bassa portato contro il Presidente della Camera - accusato di "anticlericalismo" - dal direttore del quotidiano dei vescovi Avvenire, Marco Tarquinio (attacco ripetuto ieri).
Coppie di fatto. Il tema su quale si riscontra il consenso più ampio fra destra e sinistra è senz’altro quello del riconoscimento giuridico per le coppie di fatto. Qui la deputata Pd Paola Concia, omosessuale dichiarata, e il moderato finiano Silvano Moffa, possono incontrarsi, e con loro si allineano molti esponenti del Fli da Luca Barbareschi a Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera, fino a Chiara Moroni, per la quale bisogna arrivare "a includere, nell’insieme delle persone che vedono tutelati i propri diritti civili, anche le coppie di fatto. Ma bisogna dire, con grande schiettezza, che il tema vero sono le coppie di fatto omosessuali". A sinistra si muovono nella stessa direzione Barbara Pollastrini autrice, insieme a Rosi Bindi dei Dico, una delle proposte di regolamentazione delle unioni civili che non hanno visto la luce, e poi molti degli ex Ds. Con loro il sindaco di Torino Sergio Chiamparino per il quale "le coppie di fatto non sono più una patologia, ma una fisiologia del nostro Paese" e inviano "un segnale forte al Parlamento affinché riprenda in mano - e con decisione - temi che non possono più attendere". Dalle parole ai fatti: il Comune di Torino ha approvato il riconoscimento dei diritti civili delle coppie gay.
Immigrazione. C’è poi la questione immigrazione, dove il Fli ha assunto posizioni in netto contrasto con la Lega nord e il Pdl e di fatto assai più vicine a quelle del centrosinistra. Tanto che è nata una proposta firmata da Fabio Granata, Fli, e Andrea Sarubbi, cattolico Pd, per dare in tempi rapidi e con regole certe la cittadinanza agli immigrati. E a proposito della recente sconfitta parlamentare della maggioranza proprio sui temi dei diritti di rifugiati, il giovane direttore del sito web di Fare Futuro, Filippo Rossi, ha definito in questo modo il Pdl: "Diventeranno un partito xenofobo, di estrema destra. A quel punto avranno scritto, da soli, la parola fine a un grande sogno che si è trasformato in un incubo".
Cattolici laici. A sinistra, invece, un caso a parte è quello di Nichi Vendola, leader nascente della sinistra italiana. Vendola è un omosessuale dichiarato da sempre, cattolico di formazione, è cresciuto alla scuola di don Tonino Bello il celebre vescovo pugliese, ex presidente di Pax Christi, impegnato sui temi della pace e della giustizia sociale. Oggi il presidente della Puglia dichiara che bisogna farla finita con l’anticlericalismo ma certo su diritti civili e difesa della 194 difficile che farà sconti. La recente Conferenza nazionale sulla famiglia promossa dal governo, infine, è stata bollata come clericale dalla nuova lobby laica e criticata per aver prodotto molte chiacchiere e pochi fatti. Su questa linea si trova Irene Tinagli, economista, ex dirigente del Pd ed oggi esponente della Fondazione di Luca di Montezemolo "Italia futura", embrione del futuro raggruppamento politico che sorgerà intorno all’ex presidente della Fiat.

lunedì 8 novembre 2010

Vendola parla di fede e rilancia il patto al centro "Basta anticlericalismo"

La Repubblica 25.10.10
Il leader di Sel: governo tecnico solo per la legge elettorale
Vendola parla di fede e rilancia il patto al centro "Basta anticlericalismo"
di Giovanna Casadio

Passa un ordine del giorno sui matrimoni gay, ma Nichi insiste sulle unioni civili

FIRENZE - Nichi Vendola parla ai cattolici e alla Chiesa. Propone un´alleanza «tra le forze centriste e di sinistra ma senza ipoteche moderate». Invita a «un compromesso», a patto che si voglia battere «la precarietà del lavoro, contro cui è anche il papa, quindi potrà ben essere in un programma elettorale». Pensa a un fronte ampio per «il cambiamento del modello di sviluppo dell´Italia», per sconfiggere il berlusconismo e il suo «Olimpo pacchiano tra Apicella e Dioniso». E ribadisce il sì a un governo tecnico ma solo per riformare la legge elettorale.
Parte da sé, Vendola, dalla sua omosessualità, dalla sua fede: «Tra le tante diversità del vostro portavoce che vi dovete beccare - si rivolge ai 1.400 delegati del primo congresso di "Sinistra ecologia e libertà" - c´è anche questa, c´è una fede religiosa che non intendo nascondere». Non è che abbia incontrato il cardinale Bagnasco, come è stato scritto. È che Nichi si dice «innamorato di quel povero Cristo che finisce in croce» e racconta una storia dove i simboli del potere si capovolgono completamente in «due legni in croce, quattro chiodi, una corona di spine...». Non solo. Tra le ovazioni di una sinistra che - prosciugata dal "voto utile" del Pd di Veltroni nel 2008 e dai propri errori - temeva di non rialzarsi mai più, rilancia i temi dimenticati dei diritti civili, a cominciare dalle coppie di fatto. «Alle famiglie del Family Day chiedo: vi ha ferito di più l´amore gay o l´impoverimento prodotto dal liberismo?». Insiste: «No alle vecchie pulsioni anti clericali». Ricorda più volte Aldo Moro.
Sel vota poi un ordine del giorno in cui si prevede «il matrimonio a prescindere dal sesso dei contraenti». Colpi battuti su temi dimenticati. Dal Pd arriva la condivisione di Ignazio Marino e di Vincenzo Vita. Ma è il filo di un discorso «finalmente» ripreso («Ci eravamo smarriti, ci siamo ritrovati»), quello di Vendola. Un´ora e mezza su tutti i temi. Sul lavoro soprattutto, precisando: «Non diventeremo il partito della Cgil, l´Italia ha bisogno della Cgil». Sui conflitti: «Il patto tra produttori è un inganno». Al Pd e a Bersani chiede di uscire dalle ambiguità, di essere chiaro sul «governo tecnico o di fine stagione»: sì, se è per la legge elettorale, no per le riforme economiche. Al teatro Saschall lo acclamano presidente di Sel, e lui: «Non sono il presidente di un piccolo partito ma di una grande speranza. C´è un´Italia migliore. La politica la voglio vivere per strada». Si commuove Fabio Mussi, il leader dell´ex Correntone Ds che non ne ha voluto saperne del Pd: «Parliamo con il Pd ma sono felice di non essere lì». Tutta la platea in piedi lo applaude.
Franco Giordano, Gennaro Migliore, Titti Di Salvo, Eva Catizone, Loredana De Petris, Grazia Francescato, Elettra Deiana, Paolo Cento, Carlo Leoni e le tante storie politiche della sinistra tornano sul palco, giurando però di non guardare indietro, di volere il partito-ponte. Parlano gli operai, i cassintegrati in collegamento dalla Sardegna. La delegata Maria Pia Erice ricorda i sei stranieri che volevano uscire dal centro d´accoglienza di Trapani liberi e sono usciti morti. Grazie di Vendola a Pannella e a Emma Bonino, «con cui sono stato 90 volte in disaccordo» ma anche da quelle «ho imparato. Grazie a tanti, alla memoria di Uccio Aloisi il padre della Taranta, a Gino Strada, a don Ciotti, a Lorella Zanardo. Quindi tutti a cantare "Bella ciao", per non dimenticare.

mercoledì 3 novembre 2010

Nichi «cerca» i cattolici

l’Unità 25.10.10
Nichi «cerca» i cattolici
Vendola si “gioca” la fede: «Io credo E voglio parlare con la Chiesa»
Vendola chiude il congresso del Sel e viene acclamato presidente. Nel suo discorso sfida al Pd e apertura al mondo cattolico: «Non nascondo la mia fede, voglio parlare con la Chiesa delle coppie gay».
di Andrea Carugati

Matrimoni gay, Il congresso dà via libera. Sì anche all’adozione per single

«Ci eravamo smarriti, ci siamo ritrovati», esordisce Nichi Vendola poco prima di mezzogiorno, per concludere un’ora e mezzo dopo con Bella Ciao a squarciagola, (sparuti) pugni chiusi tra i delegati, e un abbraccio corale della platea che lo incorona leader di Sel ben prima del voto ufficiale del pomeriggio (ovviamente all’unanimità). C’è persino chi gli allunga un bimbo da baciare, per dire il clima del teatro Saschall di Firenze, dove è nato sì un nuovo partito, ma soprattutto un leader nazionale.
Novanta minuti in cui Vendola mette in tavola la summa del suo repertorio, da Gramsci ad Aldo Moro («Avrebbe capito la piazza Fiom come fece col Sessantotto»), da Gandhi a Capitini, dai rapporti di produzione di Bertolt Brecht alla «Cura» di Franco Battiato, che diventa la chiave per spiegare il suo welfare: «Ci prenderemo cura delle persone, delle loro debolezze, a partire dai disabili». E ancora: Vandana Shiva, Gino Strada, Carlo Petrini, l’omaggio a Pannella e Bonino, i ragazzi di Locri, Don Ciotti,
Uccio Aloisi, il cantore della Taranta («Il suo gusto per il mondo è l’antidoto al leghismo»). E la bellezza, «che non è il giovanilismo, ma le ferite del tempo che ci consuma, non sono gli Olimpi pacchiani a metà tra Dioniso e Apicella». Risate, Berlusconi è servito.
IL RAPPORTO COL PD
Vendola non lesina critiche ai leader riformisti italiani “alla Blair”: «La parabola della sinistra modernizzatrice che si congeda dalla radice laburista e sceglie gli slogan della destra è giunta al suo compimento». E ancora: «Il patto tra produttori è un inganno perché cerca di rimuovere il conflitto sociale, solo ai più forti conviene...». «Il tremontismo ha avuto i suoi prodromi nel rigorismo di Padoa Schioppa, ecco le ragioni delle nostre sconfitte». No, lui punta dritto allo sciopero generale proposto dalla Fiom. «Serve perché l’Italia possa guardarsi allo specchio». Di Bersani dice che «ci legano stima e affetto sincero». «Il nostro incontro alcuni giorni fa è stato buono, ha aperto porte e finestre alla speranza». Però... Il leader di Sel spara a zero contro l’ipotesi di governo tecnico che metta mano a riforme economiche bipartisan, evocato sabato da D’Alema. «Va bene cambiare il Porcellum, ma quali sono le riforme neutre? Quelle sul lavoro? E su quale terreno, il tremontismo? Spero di avere risposte chiare da Bersani». Poco prima Fabio Mussi aveva sparato sui «leader difettosi» che, come Blair, «sono andati al centro per governare». Vendola è più ecumenico, ma non molla l’osso: «Il nostro popolo vuole che stiamo insieme, ma anche che proponiamo un nuovo modello sociale e di sviluppo. Vinceremo se la generazione del “lavoro mai” vedrà in noi un futuro».
IL MONDO CATTOLICO
Il leader di Sel rivendica la sua fede («tra le tante mie tante diversità vi beccate anche questa, sono innamorato di Cristo che morendo in croce ha ribaltato i simboli del potere»), smentisce un incontro col cardinale Bagnasco ma ribadisce la volontà di dialogo «a oltranza» con la Chiesa, a partire dagli «affamati», e anche se «troveremo porte chiuse». Il congresso vota all’unanimità alcuni odg: via libera ai matrimoni gay, all’adozione per i single, ai registri comunali per i testamenti biologici, Vendola rilancia «il progetto d’amore tra due persone dello stesso sesso» ma avverte i suoi: «No all’anticlericalismo, di queste cose voglio parlare con la Chiesa. Voglio chiedere agli amici del Family day se li hanno feriti le coppie gay o il liberismo». Nel Pd Ignazio Marino gongola, Matteo Renzi ne loda la passione, ma avverte: «Non si schiacci sulla Cgil». Vendola, giù dal palco, asciuga i concetti: «Sogno un compromesso tra le forze centriste e di sinistra sulle riforme possibili. Ma non è detto che l’egemonia debba essere moderata, quella sfida ce la giochiamo con le primarie, che ormai non possono più essere sabotate». Enzo Carra, ambasciatore Udc in prima fila, sorride: Un discorso da dirigente dell’Azione cattolica. Secondo me alle primarie ha delle chances, in questa fase serve un’anima, e per noi più facile parlare con chi ha un’identità chiara... La soluzione è un centro alleato con la sinistra, col trattino...».