La Repubblica 3.3.09
Fine-vita, la sfida dei cattolici del Pd
Emendamento per gettare un amo al Pdl. Fioroni: "Va migliorata la linea prevalente"
di Giovanna Casadio
ROMA - I cattolici del Pd si smarcano. Hanno preparato un emendamento al testamento biologico che dovrebbe avere come prima firmataria Dorina Bianchi, la senatrice capogruppo in commissione Sanità. Colloqui, incontri, mail, un grande lavorio per tenere insieme l´ala cattolica dei Democratici � ex Ppi e rutelliani, 36 in tutto, un terzo del gruppo - ma anche per battere un colpo dentro il partito e, sostengono, per gettare un amo dall´altra parte, nel centrodestra. Beppe Fioroni, il leader dei Popolari, afferma: «Cerchiamo di migliorare l´orientamento prevalente del partito». Detto in altri termini, una correzione di rotta.
È sempre la questione della nutrizione e dell´idratazione forzata a scompaginare i fronti. Il "caso Eluana" ha mostrato che quello è il confine estremo delle scelte sul fine-vita. E quindi nel merito, due le ipotesi a cui i cattolici del Pd stanno pensando e che rappresentano una "terza via", vicina (ma non sovrapponibile) alla proposta di Rutelli. Stabilito che alimentazione e idratazione sono sostegno vitale, nelle situazioni gravi terminali la decisione va affidata al paziente (o al fiduciario nel caso non possa più esprimere la sua volontà) e al medico. Oppure, l´emendamento potrebbe «circoscrivere la sospensione di idratazione e alimentazione nei casi in cui ci sia morte corticale». Anche Franco Marini si sta impegnando per cercare una posizione comune nelle file democratiche, dove la linea prevalente è stata quella di prevedere l´obbligo del sondino a meno che nel biotestamento non sia espressa volontà contraria. I cattolici da Rutelli a Marini non ci stanno, con diversa intensità di dissenso. Rutelli è disposto allo strappo nel partito, l´ha già detto e fatto, e punta al confronto con il centrodestra; gli ex Popolari, anche quelli vicini al segretario Dario Franceschini, sono per una strada che isoli i pasdaran del centrodestra - per cui idratazione e alimentazione sono obbligatori qualsiasi sia la volontà della persona - e scompigli il già diviso campo avversario. Daniele Bosone, Popolare del Pd, ha tentato di fare breccia con una proposta di modifica del testo di Raffaele Calabrò, relatore del Pdl. Tentativo già fallito. Calabrò chiude: «Non ci siamo, così si valica il limite oltre il quale per noi c´è il suicidio assistito». Gaetano Quagliariello, il vice capogruppo Pdl è più possibilista e rimanda alle indicazione del Comitato di bioetica del 2005. Emanuela Baio, che a sua volta media tra i cattolici Pd, dà l´alt alla «linea troppo semplificatoria del partito: un modo manicheo con cui si è affrontato il testamento di fine-vita».
Ma oggi il primo atto della partita politica sul biotestamento è in Senato sui tempi di discussione e di voto. Calabrò annuncia che in aula il disegno di legge andrà per metà marzo, non prima. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici, avverte: «Il Pdl vuole scappare ma noi non glielo consentiremo». Non consentono i Democratici un rinvio a tempo indeterminato. La riunione dei capigruppo di stamani potrebbe fissare l´aula per il 19 di marzo e intanto oggi cominciare in commissione il voto sugli emendamenti già presentati. Sempre che la commissione Affari costituzionali dia il via libera al testo Calabrò.
Fine-vita, la sfida dei cattolici del Pd
Emendamento per gettare un amo al Pdl. Fioroni: "Va migliorata la linea prevalente"
di Giovanna Casadio
ROMA - I cattolici del Pd si smarcano. Hanno preparato un emendamento al testamento biologico che dovrebbe avere come prima firmataria Dorina Bianchi, la senatrice capogruppo in commissione Sanità. Colloqui, incontri, mail, un grande lavorio per tenere insieme l´ala cattolica dei Democratici � ex Ppi e rutelliani, 36 in tutto, un terzo del gruppo - ma anche per battere un colpo dentro il partito e, sostengono, per gettare un amo dall´altra parte, nel centrodestra. Beppe Fioroni, il leader dei Popolari, afferma: «Cerchiamo di migliorare l´orientamento prevalente del partito». Detto in altri termini, una correzione di rotta.
È sempre la questione della nutrizione e dell´idratazione forzata a scompaginare i fronti. Il "caso Eluana" ha mostrato che quello è il confine estremo delle scelte sul fine-vita. E quindi nel merito, due le ipotesi a cui i cattolici del Pd stanno pensando e che rappresentano una "terza via", vicina (ma non sovrapponibile) alla proposta di Rutelli. Stabilito che alimentazione e idratazione sono sostegno vitale, nelle situazioni gravi terminali la decisione va affidata al paziente (o al fiduciario nel caso non possa più esprimere la sua volontà) e al medico. Oppure, l´emendamento potrebbe «circoscrivere la sospensione di idratazione e alimentazione nei casi in cui ci sia morte corticale». Anche Franco Marini si sta impegnando per cercare una posizione comune nelle file democratiche, dove la linea prevalente è stata quella di prevedere l´obbligo del sondino a meno che nel biotestamento non sia espressa volontà contraria. I cattolici da Rutelli a Marini non ci stanno, con diversa intensità di dissenso. Rutelli è disposto allo strappo nel partito, l´ha già detto e fatto, e punta al confronto con il centrodestra; gli ex Popolari, anche quelli vicini al segretario Dario Franceschini, sono per una strada che isoli i pasdaran del centrodestra - per cui idratazione e alimentazione sono obbligatori qualsiasi sia la volontà della persona - e scompigli il già diviso campo avversario. Daniele Bosone, Popolare del Pd, ha tentato di fare breccia con una proposta di modifica del testo di Raffaele Calabrò, relatore del Pdl. Tentativo già fallito. Calabrò chiude: «Non ci siamo, così si valica il limite oltre il quale per noi c´è il suicidio assistito». Gaetano Quagliariello, il vice capogruppo Pdl è più possibilista e rimanda alle indicazione del Comitato di bioetica del 2005. Emanuela Baio, che a sua volta media tra i cattolici Pd, dà l´alt alla «linea troppo semplificatoria del partito: un modo manicheo con cui si è affrontato il testamento di fine-vita».
Ma oggi il primo atto della partita politica sul biotestamento è in Senato sui tempi di discussione e di voto. Calabrò annuncia che in aula il disegno di legge andrà per metà marzo, non prima. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici, avverte: «Il Pdl vuole scappare ma noi non glielo consentiremo». Non consentono i Democratici un rinvio a tempo indeterminato. La riunione dei capigruppo di stamani potrebbe fissare l´aula per il 19 di marzo e intanto oggi cominciare in commissione il voto sugli emendamenti già presentati. Sempre che la commissione Affari costituzionali dia il via libera al testo Calabrò.
Nessun commento:
Posta un commento