giovedì 26 marzo 2009

Pd, ex popolari divisi alla fine votano tutti contro l’articolo tre

l’Unità 26.3.09
Pd, ex popolari divisi alla fine votano tutti contro l’articolo tre
di Maria Zegarelli

Marini e Rutelli difendono la libertà di coscienza. Finocchiaro
furibonda. Franceschini manda i suoi in Senato per ricucire
Dorina Bianchi media con il Pdl ma viene tradita

L’amarezza per la chiusura totale della maggioranza nel confronto in Aula sul testamento biologico, certo. Ma poi, quella riunione del gruppo Pd di prima mattina, quando alla fine si è deciso che basta con i voti segreti, perché quello che è successo martedì è stato un segnale difficile da ignorare, non ha aiutato l’umore. Trenta astenuti sul voto finale dell’articolo 1, 14 sul 2.
«Avevamo stabilito una linea, c’era un accordo politico tra di noi: gli emendamenti condivisi si dovevano votare con compattezza, su quelli singoli ognuno secondo coscienza. Si era anche deciso di votare contro gli articoli 1 e 2. Invece non è andata così» - ha esordito Anna Finocchiaro. Il patto non è stato rispettato da diversi ex popolari che fanno capo a Franco Marini e Giuseppe Fioroni. Oltre ai teodem, ovvio. «Il tuo intervento mi sembra schematico, su questi temi non si può procedere con posizioni prevalenti» - ha risposto l’ex presidente del Senato. Anche Francesco Rutelli interviene per dire che non può esserci una linea prevalente «ma anche la possibilità di votare secondo coscienza». Insomma, non è una opzione secondaria. Non ci sta Finocchiaro: «Qui siamo tutti grandi e vaccinati, cari colleghi...».
Intanto Dorina Bianchi «media» con Quagliariello, cerca una sponda per far passare l’emendamento che prevede la sospensione di idratazione e alimentazione quando il paziente non è più in grado di assorbire alcun trattamento. «In realtà stanno cercando un appiglio per potersi astenere o votare a favore dell’articolo 3», commentano i cattolici laici. Arriva Beppe Fioroni e fa capannello con 8 senatori, tra cui Claudio Gustavino, Daniele Bosone e Mariapia Garavaglia. Lo notano i laici. Dalla stanza di Finocchiaro parte una telefonata a Dario Franceschini. Tempo dieci minuti e arrivano Francesco Saverio Garofani e Antonello Giacomelli, capo della segreteria di Franceschini. Il sospetto è che si ricreato l’asse Marini-Fioroni. «La stragrande maggioranza degli ex popolari sta sostenendo gli emendamenti Pd, gli altri quanti sono, 10- 12?», commenta Garofani. Paolo Giarretta è furibondo: «Sono contrario all’articolo 3 e all’impianto complessivo della legge. Il corpo non può mai diventare “un corpo di Stato”, ma è la condizione essenziale della libertà della persona. Anche io sono cattolico, ma vedo i pericoli che ci sono in una legge che stabilisce l’indisponibilità della vita. Non è un caso che l’articolo 32 della Costituzione sia stato scritto da giuristi cattolici come Moro e Leone».
Il braccio di ferro in aula all’interno del Pd si esplicita quando Anna Finocchiaro interviene per sostenere a titolo personale un emendamento di Emma Bonino sulla soppressione del comma 6 articolo dell’articolo 3 (divieto di sospensione di alimentazione e idratazione). È un messaggio ai «dissidenti» del suo partito. Bonino capisce. Poco dopo le chiede sottovoce «A chi hai mandato il messaggio appoggiando il emendamento?». La risposta in aula dei radicali è l’appoggio e la firma all’emendamento di Albertina Soliani, sempre sul comma 6. Finocchiaro si sfoga: «Il lavoro di questi 3 anni ha un senso se si crea un asse politico, altrimenti vuol dire che su questi temi nel Pd c’è solo libertà di coscienza». A fine serata quando anche Dorina Bianchi prende atto di essersi fidata inutilmente dei suoi referenti nel Pdl, il Pd vota compatto contro l’articolo 3. La linea Marini-Fioroni, commentano i cattolici laici, «è fallita».

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