martedì 17 marzo 2009

Fine vita, migliaia di emendamenti presentati al Senato

l'Unità 17.3.09
Fine vita, migliaia di emendamenti presentati al Senato
Solo i radicali ne hanno depositati 2572, il Pd 173 (75 unitari)
Consenso compatto al testo Finocchiaro, firma anche Marini
di Maria Zegarelli

Soffia vento di bufera sul dibattito in aula previsto per domani in aula al Senato sul testamento biologico. Sono arrivati una valanga di emendamenti (ieri è scaduto il termine ultimo per presentarli) al testo Calabrò licenziato dalla Commissione Sanità: i radicali ne hanno presentati 2572; il Pd 173 di cui 75 unitari, gli altri individuali; l’Idv 35; l’Udc 8, la maggioranza ne ha annunciati 9. Oltre tremila in tutto secondo il relatore.
Due eccezioni di costituzionalità sono state firmate dai radicali e una è stata annunciata dal Pd. Fin qui la pennellata generale, il dettaglio rivela aspetti interessanti: l’emendamento Finocchiaro, relativo alla sospensione di idratazione e alimentazione artificiale (il vero nodo di tutto l’impianto della legge) è stato sottoscritto da tutto il direttivo del gruppo (meno Baio Dossi, Bonino e Sbarbati che non è stata raggiunta telefonicamente), dai membri e dal capogruppo della commissione Sanità (tranne Gustavino). L’accordo è arrivato dopo un braccio di ferro andato avanti fino a mezzogiorno tra laici e cattolici (secondo i quali l’emendamento non avrebbe dovuto portare la firma del presidente del gruppo). Alla fine la tela tessuta da Anna Finocchiaro, gli ex popolari e il segretario Franceschini ha dato i suoi frutti e si è ribadita «la posizione prevalente» nel partito, dopo lo strappo che si è verificato con il voto finale in commissione quando il gruppo ha votato in ordine sparso. È questo il significato delle firme di Franco Marini e di altri ex popolari. Un messaggio di unità e compattezza in vista del dibattito in Aula ma anche un avvertimento a Dorina Bianchi. «Cara Dorina così non va», le è stato detto facendole capire che la sua nomina in commissione Sanità potrebbe saltare. Per questo ha firmato controvoglia l’emendamento che considera l’idratazione e l’alimentazione trattamenti di «sostegno vitale», che devono essere sempre garantiti a meno che la sospensione «sia espressamente oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento». Ma se è vero che si è detta disponibile in aula a spendersi «maggiormente» in quel senso,poi ha firmato un emendamento (sottoscritto da Gustavino, Lusi e De Sena) che va nella direzione opposta: stop a idratazione e alimentazione artificiali (che non possono essere oggetto di Dat) solo per i casi in stato vegetativo in cui non si verifica più l’assorbimento. Anche Marini ha firmato altri due emendamenti, presentati da Bosone, nei quali si cerca di tracciare confini rigidissimi entro i quali è possibile sospendere i trattamenti ma in uno possono essere oggetto di dichiarazione anticipata, nell’altro no. Ponti verso il dialogo, in sostanza. Un emendamento porta la firma di Ignazio Marino e Umberto Veronesi e raccoglie la posizione più laica del Pd: idratazione e alimentazione sono trattamenti medici e in quanto tali è il malato che decide e lascia disposizioni nella Dat. Albertina Soliani in solitaria sostiene la volontà del paziente ma dà al medico la possibilità di non sospendere i trattamenti nel caso in cui ci fosse un reale beneficio terapeutico.
Poi c’è la «terza via» di Francesco Rutelli, indicata in sei emendamenti: coinvolgere il paziente minore (escluso dal testo della maggioranza); responsabilizzare medici e personale sanitario sul rischio eutanasia; dare la possibilità al medico nelle fasi terminali di non procedere ad accanimento terapeutico e di tenere conto della volontà del paziente anche se le dichiarazioni del soggetto fossero scadute. Il Pdl sgombra il campo da possibili illusioni rutelliane: non c’è alcuna terza via, dice Gaetano Quagliariello, «Noi - spiega -abbiamo dei paletti che non intendiamo superare: difesa della vita da una parte e libertà di cura dall’altra, no all’eutanasia di Stato e no all’accanimento terapeutico».

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