giovedì 26 marzo 2009

Laici del Pdl all'attacco: ne parliamo alla Camera

Laici del Pdl all'attacco: ne parliamo alla Camera

Il Manifesto del 26 marzo 2009, pag. 5

Sa.M.

Per vedere come andrà e finire la discussione sul testamento biologico bisognerà aspettare l`apertura del dibattito a Montecitorio. Parola di laici e dissidenti dei Pdl, da giorni concentrati nell`affinare le armi della polemica, con qualche affondo qua e là sui diritl, in attesa di riaprire un dibattito che al Senato pare chiuso con la cintura di castità. Tra i più espliciti c`è il laico Benedetto Della Vedova (militante del partito radicale transnazionale). Tanto per scaldarsi i muscoli, tra un paio di giorni, depositerà nella casella postale di tutti i parlamentari la proposta di legge in merito appena firmata dalla Cdu tedesca e dalla stessa Angela Merkel: «Moderata, prudente, assolutamente perfetta sulla libertà di scelta dei pazienti», sintetizza lui. «Nel resto d`Europa e nell`euro parlamento i partiti di centro destra sono profondamente laici. Qui a Montecitorio ci sono almeno venti deputati pdl che pensano che sia quella la linea da tenere». Darà battaglia, manco a dirlo, Beppino Calderisi, come Della Vedova, esponente dei Riformatori liberali nel Pdl: «Mi pare ovvio che la discussione ripartirà alla camera, anche perché del testo votato al senato sappiamo pochissimo. C`è stata una sola riunione con Calabrò ma dopo cinque minuti è scappato via». La pattuglia dei laici, effettivamente, alla camera è folta. Solo a novembre scorso, undici deputati del Pdl presentarono in conferenza stampa un testo che, chiaro chiaro, spiegava che il testamento biologico firmato dal notaio dovrebbe poter dare indicazioni su tutti i «trattamenti sanitari praticati, con qualsiasi mezzo, per scopi connessi alla tutela della salute, a fini terapeutici, diagnostici nonché estetici». In sintesi, anche su alimentazione e idratazione. Oltre a Della Vedova e Calderisi c`erano i socialisti Lucio Barani, Stefano Caldoro e Chiara Moroni, poi Enrico Costa, Lella Golfo, Mario Pepe, l`ex liberale Fabio Gava, i repubblicani Giorgio La Malfa e Francesco Nucara. Non risulta che abbiano cambiato idea. Poi, ci sono quelli che non ti aspetti. Il borsino della dissidenza interna al Pdl dà in buona posizione l`ex coordinatrice di Forza Italia a Roma Beatrice Lorenzin e la padovana Lorena Milanato che è anche presidente del Comitato pari opportunità. O l`ex giovane socialista Simone Baldelli. Pronto al dibattito sembra anche Gaetano Pecorella. Avvocato di fama non solo per la difesa di Silvio Berlusconi, ex aspirante giudice costituzionale incomprensibilmente trombato dai suoi stessi alleati è sempre stato un laico. Pare difficile che accetti di approvare una legge che corre sul rasoio dell`incostituzionalità, anche se non si è ancora espresso pubblicamente. C`è l`ex ministro della Difesa Antonio Martino. Non più tardi di due settimane fa si è presentato all`assemblea dei Riformatori liberali urlando: «Sono un libertario. Difendo questa tesi contro uno stato nazi-salutista», La pattuglia di Alleanza nazionale più vicina a Gianfranco Fini sarà della partita. Il presidente della camera ieri ha ribadito che si aspetta libertà di coscienza dal Pdl: «Sulle questioni eticamente sensibili nessun partito può dire: si fa così», ha spiegato durante un incontro con la stampa straniera. «Un partito plurale deve avere una griglia di valori condivisi, altrimenti diventa una torre di Babele, ma deve aver ben chiaro quali sono gli ambiti della politica e quali non possono essere ricondotti al dibattito politico». Alcuni deputati ex an, la pensano come lui. Sicuramente la presidente della commissione giustizia Giulia Bongiorno, che lo seguì anche nella battaglia sulla legge 40. Ma poi, Maurizio Bianconi, Manlio Contento e la direttora dei Secolo d`Italia Flavia Perina. Pure Enzo Raisi, che troppo vicino a Fini non è, si piazza con certezza tra le file dei laici. E che dire del presidente della commissione sanità Giuseppe Palombo, che un paio di giorni fa si è schierato con la radicale Donatella Poretti chiedendo di cambiare (con più aperture alla scienza) la legge sulla procreazione assistita? Niente da fare, laico anche lui.

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