lunedì 9 marzo 2009

Il segretario sulla piccola brasiliana rimasta incinta dopo l'abuso

Corriere della Sera 9.3.09
Il segretario sulla piccola brasiliana rimasta incinta dopo l'abuso
«Bimba violentata, sì all'aborto» E Franceschini agita il Pd
di Lorenzo Salvia

Cattolici divisi. Carra: giusto. Fioroni: no, è un'altra violenza
Il segretario del Partito democratico difende la scelta della madre della piccola di interrompere la gravidanza

ROMA — «Credo sia una scelta che dobbiamo rispettare. Probabilmente è stata la scelta giusta». Dario Franceschini, intervistato in tv da Lucia Annunziata, parla così della vicenda della bambina brasiliana di 9 anni che, vittima di uno stupro e rimasta incinta, ha abortito per scelta della madre. Certo, il caso è davvero limite, anche se il vescovo di Recife non ha esitato a scomunicare i medici che hanno interrotto quella gravidanza. Ma resta il fatto che il segretario del Pd, cattolico ed ex Dc, non dice di no all'aborto. E nell'area cattolica del Partito democratico i pareri non sono tutti consonanti.
«Indubbiamente siamo in presenza di un dramma che chiede il massimo rispetto— dice Giuseppe Fioroni — ma è innegabile che per un credente ad una violenza non si può rispondere con un'altra violenza». Sulla stessa linea, anche se «molto tormentato », Renzo Lusetti: «La coscienza si gira e rigira senza trovare pace, ma resto contrario all'aborto anche in un caso limite come questo. Però quella scomunica mi sembra eccessiva. Ne potevano fare a meno». Non entra nemmeno nel merito della questione Paola Binetti, colonna di quella corrente di cattolici di ferro che nel Pd ha preso il nome di teodem. Stavolta sembra un po' imbarazzata: «La cosa sconvolgente è che questi bambini sono fatti oggetto di una violenza che viola la loro innocenza e li espone ad una vita che sarà sempre ferita». D'accordo, ma se la violenza c'è stata, come per la bambina brasiliana, che fare? «Non mi tirerà fuori un giudizio su questo episodio. Sarebbe sbagliato perché daremmo una falsa risposta a un dramma terribile». Fin qui quelli che non condividono le parole di Franceschini. Ma per trovare chi la pensa come il segretario non bisogna andare molto lontano. Anche Enzo Carra appartiene all'area dei teodem, eppure: «In casi come questi bisogna mettere da parte le questioni di principio. Questa è una vicenda talmente eccezionale che richiede un intervento eccezionale. Franceschini ha fatto bene: senza toccare i pilastri della fede stavolta non bisogna aprire il codice morale ma il codice della misericordia umana». Anche un'altra teodem come Dorina Bianchi condivide le parole del segretario Pd: «È una violenza così terribile che non mi sento di esprimere un giudizio negativo sulla scelta della madre di quella povera bambina. A lei va la mia vicinanza e la mia comprensione».
Dalla sponda cattolica del partito, quindi, stavolta arrivano anche parole simili a quelle dell'area diessina: «Credo che Franceschini — osserva Marina Sereni, vice capogruppo del Pd alla Camera— abbia espresso con cautela una posizione di grande buon senso. Anche in Italia, nel rispetto della legge, l'aborto è diventato per tante persone credenti non un diritto o una libertà, ma una scelta in alcuni casi dolorosa ma indispensabile per contrastare il dramma ancora più nero degli aborti clandestini». Cattolici favorevoli all'aborto? «Da almeno 30 anni — dice Marco Cappato — buona parte dei credenti sta dalla nostra parte, dalla parte dei radicali che con la prevenzione e l'informazione vogliono sconfiggere l'aborto clandestino. A restare indietro non sono loro ma le gerarchie vaticane e la politica clericale. Bravo Franceschini. Ma insomma, ha solo detto una cosa di buon senso, nulla di più».

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