mercoledì 11 marzo 2009

Biotestamento, il Pd si divide ancora

Biotestamento, il Pd si divide ancora

Liberazione del 11 marzo 2009, pag. 6

Laura Eduati

Una leggera modifica alla norma sul testamento biologico. Un sottile compromesso, una concessione del centrodestra al centrosinistra, ovvero la riformulazione del primo articolo dove la vita rimane comunque «indisponibile» ma viene introdotto il consenso informato e cioè la possibilità per i malati in grado di intendere e volere di rifiutare i trattamenti sanitari così come stabilito dall`art.32 della Costituzione. In cambio, la maggioranza chiede all`opposizione di abbandonare ogni atteggiamento ostruzionista e comunque, ribadisce il relatore della legge Raffaele Calabrò. «la filosofia del testo verrà conservata». E se questo sia o meno un minuscolo passo avanti non esiste una uniformità di pareri nel drappello dei parlamentari Pd in commissione Sanità: sei hanno votato contro, tre si sono astenuti e tra questi la capogruppo piddì Dorina Bianchi, da sempre convinta che vada incoraggiato il dialogo con la maggioranza: «E` stato fatto un lavoro positivo che ha portato ad un netto miglioramento dell`articolo uno». Bianchi non ha mai nascosto le proprie simpatie per il ddl Calabrò, ecco perché le sue parziali aperture al centrodestra generano grossi malumori nel partito. E difatti non canta vittoria la collega dei radicali Donatella Poretti: «Resta il nodo fondamentale dell`idratazione e alimentazione artificiali, che nel testo Calabrò rimangono obbligatori». Se la legge dovesse essere promulgata come è formulata oggi, ragiona Poretti, i malati non potrebbero decidere di sospendere la nutrizione. Eppure un paziente nelle condizioni di Welby, grazie alla modifica introdotta, potrebbe interrompere il respiratore. O forse no, visto che la vita è «indisponibile»: «Una delle tante contraddizioni del testo» conclude la senatrice dei radicali che lotta per introdurre l`eutanasia. Calabrò considera che nel Pd esistono «due anime», il senatore Ignazio Marino ribatte: «Nessuna spaccatura, il Pd continua a portare avanti l`orientamento prevalente» e cioè l`ostilità ad una norma che lede la libertà di scelta. Per la maggioranza dei senatori Pd l`introduzione del consenso informato è una ovvietà, visto che già oggi negli ospedali italiani è possibile rifiutare le cure. Certo, andava specificato nella legge poiché altrimenti nessuno avrebbe potuto opporsi ai trattamenti sanitari. Insomma, la legge perde qualche dettaglio di incostituzionalità ma continua a vietare eutanasia passiva e suicidio assistito, e dunque introduce una palese discriminazione tra malati coscienti, in grado di decidere le cure, e malati non coscienti che rimarrebbero in balìa delle scelte dei medici nonostante abbiano compilato un Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento, ndr). Proprio per scongiurare tale scenario, l`associazione Luca Coscioni invita i cittadini a spedire via web degli emendamenti per migliorare la legge. Le proposte saranno poi presentate a partire dal 18 marzo, quando comincerà la discussione in aula al Senato. Una sorta di «ostruzionismo partecipativo» che non raccoglie l`invito del centrodestra a discutere serenamente senza intralci. «Non riesco ad immaginare una mediazione su alimentazione e idratazione» dichiara a Liberazione il senatore Luigi Manconi (Pd), che proprio con l`associazione Luca Coscioni sta raccogliendo testamenti biologici compilati dai cittadini. Il modulo è scaricabile anche da buondiritto.it. In pochi giorni sono stati inviate 1850 dichiarazioni anticipate che verranno poi girate ai presidenti di Camera e Senato per sensibilizzare ulteriormente il Parlamento sulla questione. Manconi, con i radicali, sta mettendo a punto una rete di notai disponibili a registrare i testamenti biologici raccolti da utilizzare nel caso ce ne fosse bisogno, sia in assenza di legge che nell`eventualità il ddl Calabrò entri in vigore con le sue restrizioni. Non viene esclusa una «via giudiziaria» come accadde per la legge 40: se il testamento biologico di un paziente confligge con le decisioni del medico o della struttura sanitaria, allora quel paziente potrebbe richiedere la verifica della legittimità del suo diritto. In poche parole: potrebbe ricorrere al giudice e citare quel medico o quell`ospedale perché sta ostacolando il diritto a rifiutare le cure, così come è stato concesso dal tribunale e dalla Corte di cassazione a Eluana Englaro. Alle due iniziative popolari si aggiunge quella di Mina Welby, che continua a lottare per l`introduzione di un registro per i testamenti biologici presso i Comuni italiani con la collaborazione delle Asl. La votazione in commissione Sanità continua oggi pomeriggio, e proprio su alimentazione e idratazione, dopo una riunione nel mattino con i capigruppo che si preannuncia caldissima.

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