sabato 7 giugno 2008

Scuole cattoliche, legge 40 e la benedizione vaticana

l’Unità 7.6.08
Scuole cattoliche, legge 40 e la benedizione vaticana
di Roberto Monteforte

La benedizione c’è stata. Come pure la genuflessione. Può essere soddisfatto Silvio Berlusconi dell’udienza di ieri con papa Benedetto XVI con tanto di baciamano. Si può sentire rassicurato papa Ratzinger e il suo stretto collaboratore, il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, che hanno deciso di puntare sulla «carta Berlusconi» e sul «nuovo corso» politico maturato con il dopo voto. Se stabilità, governabilità e dialogo tra maggioranza e opposizione «nell’interesse superiore del paese» sono la cornice fondamentale indicati dalla Chiesa e dallo stesso pontefice per risollevare il Paese dalla sua crisi, allora pare proprio che il governo di centrodestra si sia accredidato come sponda affidabile e ancora più robusta dopo il responso elettorale.
Non solo per le opportunità che offrirebbe il «nuovo clima» politico. L’apertura di credito è anche sui contenuti, su temi come la difesa della vita e la dignità della persona, sulle risposte concrete da dare alle domande delle della famiglie e all’emergenza educativa, che consentano di garantire un futuro alle giovani generazioni, compresi quegli stanziamenti a favore delle scuole cattoliche, sui temi etici e sulla possibilità di coniugare sicurezza e risposte rispettose della dignità delle persone anche al fenomeno dell’immigrazione.
Il presidente del Consiglio pare accettare la sfida. Mostra la sua disponibilità ad affrontare l’agenda fitta e impegnativa indicata da Benedetto XVI nel suo discorso alla recente assemblea dei vescovi italiani. Un discorso che deve essere stato studiato a fondo dallo staff di Palazzo Chigi. Se aveva già anticipato una sua disponibilità nell’inusuale intervista congiunta concessa a «Radio Vaticana» e all’«Osservatore Romano» che ha spianato la strada all’incontro di ieri, l’ha ribadita nell’intervista resa ieri mattina alla «sua emittente», «Canale 5». «L’atteggiamento del governo - afferma - non può che compiacere il Pontefice e la sua Chiesa». È un impegno preciso.
La conferma arriva poco dopo. Nella mezz’ora abbondante di colloquio di Silvio Berlusconi, assistito da Gianni Letta, con Benedetto XVI nella Biblioteca privata del pontefice. Definito «lungo e cordialissimo» da una nota Palazzo Chigi e più sobriamente «cordiale» la «nota vaticana». Offre la disponilità del governo il premier. Lo farà anche nell’incontro tra la delegazione italiana e quella vaticana guidata dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. Un’altra quarantina di minuti per affrontare in modo più approfondito per «un giro d’orizzonti» sui temi. Vi è piena identità di vedute tra l’Italia e la Santa Sede e non solo sui nodi di politica estera (dal Medio Oriente al Libano, alla Cina e alla Russia sino all’emergenza alimentare e al sostegno ai paesi più deboli). Quello che Berlusconi ribadisce è il forte apprezzamento per «il contributo della Chiesa cattolica alla vita del paese» e per la «costruttiva collaborazione» bilaterale e a livello europeo, per il suo contributo «nella sua azione sul piano interno e internazionale ai valori di libertà e tolleranza ed alla sacralità della persona umana e della famiglia». Parole suadenti e rassicuranti, pronunciate tra sorrisi e cordialità che devono essere state apprezzate in Vaticano. Ma i punti fermi restano, compresa quella richiesta di coniugare tolleranza e rispetto della persona umana e della vita. Che per la Chiesa vuole dire sicuramente politiche a sostegno della vita e contro l’aborto, ma anche porsi il tema dell’immigrazione garantendo adeguate politiche dell’accoglienza e dell’integrazione, senza imbracciare il fucile. Questo vuole dire mettere da parte il reato di immigrazione clandestina. Si mostra disponibile il premier. Afferma di ritenerlo «impraticabile». È un gesto apprezzato.
Per definire le soluzioni concrete c’è tempo. Soprattutto perché il governo si presenta solido. Dà l’idea di durare. Sui temi che richiamano il «bene comune» può contare sull’appoggio dell’opposizione. E si presenta pronto ad accogliere le sollecitazioni della Chiesa.
Come ha ribadito il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco quello che conta davvero e su cui si giudica un governo, «sono i frutti». Le risposte concrete che vengono date. Per ora vi è la benedizione del Papa e della Chiesa e il governo Berlusconi incassa. Si vedrà se arriveranno e quando il «quoziente familiare» e gli altri aiuti alle famiglie, le decisioni a favore della vita, lo stop a quelle misure come le linee guida sulla legge 40 sulla fecondazione assistita della Turco, ritenute eticamente sensibili e quei finanziamenti alle scuole cattoliche esplicitamente richiesti dal Papa. Per ora Berlusconi assicura «la volontà di continuare la costruttiva cooperazione» tra Santa Sede e Italia.

Nessun commento: