giovedì 5 giugno 2008

Pannella: questo Vaticano non ha senso della misura

Pannella: questo Vaticano non ha senso della misura

La Repubblica del 30 maggio 2008, pag. 11

di Goffredo De Marchis

Onorevole Pannella, il Papa s’interessa, e lo benedice, anche al dialogo tra gli schieramenti. Non è il sintomo di un’ingerenza della Chiesa ormai a tutto campo?

«Direi che questo semmai è un sintomo minimo, un semplice auspicio quasi di senso comune, più di che di buon senso. E dargli valore significa distrarsi dall’essenziale. La notizia è che il disco pontificio continua a ripetere a volume sempre più alto la solita musica. Io sommessamente mormoro il "no pasaran" e il"nonpraevalebunt"».



All’intervento di sostegno alle scuole cattoliche invocato da Ratzinger, il Partito democratico deve opporsi o cercare anche in questo caso un confronto con i cattolici. con la Chiesa?

«C’è davvero un problema culturale molto preciso: accettare lo stesso principio del dialogo con i cattolici in quanto tali significa uscir fuori dalla storia civile e religiosa italiana ed europea per rinchiudersi nel ghetto di una cultura clericale da una parte e assolutamente a-liberale, a-laica dall’altra. Il cattolico in quanto tale non va individuato politicamente ma per il suo specifico, la sua fede, la sua libertà di coscienza e di religione. Non come membro di una comunità politica che teorizza e pratica una visione integralista della società e dello Stato».



Ma il Pd cerca disperatamente la sintesi tra laici e cattolici come suo elemento costitutivo e identitario.

«La sintesi professata e ricercata fra cattolici e democratici e laici è una impostazione di per sé destinata a fallire. Il problema non è quello della sintesi fra gli opposti ma, politicamente, scegliere tra questi opposti. Come fra dittatura e democrazia, fra libertà di coscienza e il suo contrario, cioè la pretesa assolutista e anti-relativista. Questa ricerca di sintesi quindi è fra due referenti sbagliati ed evocativi di un modo di intendere valori laici e valori religiosi estranei alla storia della democrazia in tutto il mondo».



E’ giusto aspettarsi invasioni vaticane meno di buon senso e più pericolose in futuro?

«Vede, quando il messaggio televisivo è totalmente occupato da un potere che viene riconosciuto come una vera e propria religione di Stato non c’è che da prendere atto che ogni giorno lo stesso potere vaticano perde completamente il senso della misura e vive una crisi di identità che lo trasporta indietro di secoli e manifesta una situazione italiana nella quale confluiscono affluenti della storia di un Paese che ha dato al mondo nientedimeno che il fascismo e il più forte partito comunista in un paese democratico durante il periodo stalinista. Quindi fascismo, comunismo e la controriforma ingrossano il fiume in piena di un’Italia in cui non c’è diritto e non c’è democrazia».



Ma i laici sembrano nascondersi, sbandano, non si fanno sentire.

«Stiamo raccogliendo il frutto di due decenni di propaganda massacrante di stampo antiliberale. Voglio fare l’esempio non solo dei telegiornali e del loro assoggettamento al potere vaticano, ma anche della fiction televisiva. Negli ultimi due-tre anni sono passati soprattutto personaggi legati alla Chiesa, preti e "santi". Penso all’ultimo don Zeno, a Padre Pio, a tanti altri. Non è facile recuperare terreno rispetto a questo retaggio».

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