giovedì 5 giugno 2008

Benedetto XVI. Un sostegno esplicito a Palazzo Chigi che gela la sinistra

Corriere della Sera 30.5.08
Benedetto XVI. Un sostegno esplicito a Palazzo Chigi che gela la sinistra
di Massimo Franco

Le parole impegnative scelte da Benedetto XVI sono già un viatico per il nuovo governo. Ma vanno analizzate insieme con l'annuncio, arrivato ieri, dell'udienza che il Papa concederà a Silvio Berlusconi il 6 giugno prossimo. È questa doppia lettura a fornire una cornice completa dei rapporti che la Santa Sede ritiene di costruire con il centrodestra. Si sapeva che il presidente del Consiglio voleva incontrare il Pontefice prima della visita a Roma di George Bush, in programma l'11 giugno: al punto che aveva bussato alle porte del Vaticano subito dopo le elezioni e prima ancora di ricevere l'incarico di formare il governo. E si era parlato di una discussione nella cerchia di Benedetto XVI sull'opportunità di rinviarla un po'.
Ma la contemporaneità fra il discorso alla Cei e l'udienza al premier dice che il Papa ha scelto di appoggiare la scommessa berlusconiana. Sia i consensi ricevuti dal Pdl il 13 aprile, sia i primi passi all'insegna del dialogo con l'opposizione rappresentano una cesura rispetto al precedente governo. Le tensioni accumulate con l'Unione di Prodi sui temi etici, e la scelta di candidati radicali nelle liste del Pd hanno lasciato un'ombra che Benedetto XVI finisce per sottolineare. E favoriscono la strategia di Berlusconi agli occhi di un Papa solidamente conservatore.
Eppure, perfino su questo sfondo i toni usati ieri suonano irrituali. Dire che si avvertono «con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo»; e avallare «il profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni», lasciano indovinare la volontà di investire su questa fase. Di più: il Papa appare determinato ad assecondare il tentativo di «risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi». È come se si iscrivesse al «partito» di quell'unità nazionale tacita che cerca di prendere corpo in nome dell'emergenza. L'altro aspetto vistoso, infatti, è l'allarme che arriva da oltre Tevere per la situazione italiana.
Per la Santa Sede fa testo l'inquietudine manifestata dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco. Il Papa ha ricordato il senso di insicurezza crescente «per le condizioni di povertà di tante famiglie »; ed insistito su un'«emergenza educativa» che la Chiesa cattolica tende a legare ad un sostegno inadeguato «all'impegno delle istituzioni ecclesiastiche in campo scolastico». Di fatto, si tratta dell'agenda che il Vaticano propone a palazzo Chigi in cambio di un sostegno non d'ufficio. È un'apertura di credito condizionata dagli sviluppi di quella che il sottosegretario Gianni Letta ieri ha continuato a definire «un'avventura difficile».
Perfino sull'immigrazione clandestina, tema controverso nel mondo cattolico, il Pontefice evita l'appoggio acritico a chi è incline a condannare l'approccio del governo. Nel richiamo ad aiutare gli stranieri «nel rispetto delle leggi» si coglie un'eco del «patto di cittadinanza» chiesto da Bagnasco «mettendo in chiaro diritti e doveri». Evidentemente, anche nelle gerarchie ecclesiastiche si avverte l'esigenza di integrare gli immigrati; ma di rispondere in parallelo alla richiesta di sicurezza dell'opinione pubblica. Un dettaglio emblematico: il silenzio pesante col quale fino a ieri sera l'opposizione aveva accolto le parole di Benedetto XVI.

Nessun commento: