giovedì 5 giugno 2008

La cultura secondo il sindaco? Più processioni e feste patronali

l’Unità Roma 27.5.08
La cultura secondo il sindaco? Più processioni e feste patronali
di Luca Del Fra

Le linee programmatiche della giunta Alemanno per le attività culturali, tra dichiarazioni contro l’effimero, feste popolari di piazza, e repertorio sui grandi palcoscenici. Prima gatta da pelare per l’assessore Umberto Croppi: l’Estate Romana rischia la paralisi, tra immobilisnmo, modifiche al bando e ritardi dovuti al cambio di giunta. Incombe su tutto un doppio spoil system.
In grave ritardo l’organizzazione dell’Estate Romana
Si pensa alla pubblicità tra i monumenti per trovare soldi

«Un profilo caratterizzante della politica culturale sarà la riscoperta della tradizione popolare, che si alimenta anche dalla celebrazione di eventi religiosi: feste e spettacoli
di piazza sono il distillato millenario di tradizioni antichissime il cui significato sarà oggetto di nuova valorizzazione».
Linee programmatiche del sindaco di Roma Giovanni Alemanno

FESTE patronali e turismo, molto repertorio sui maggiori palcoscenici e interventi economici dei privati, utilizzazione degli scenari monumentali per le attività di spettacolo ma anche per la pubblicità al fine di garantire le risorse: ecco alcune delle linee guida sulla
cultura contenute nel documento programmatico che il sindaco Alemanno avrebbe dovuto presentare ieri durante il primo burrascoso consiglio comunale della sua amministrazione.
L’estate Romana rientra «tra le manifestazioni tradizionali», e questo malgrado lo stesso Alemanno abbia ribadito anche ieri durante il consiglio che bisogna «archiviare l’effimero» e «dire basta agli spot». Tuttavia sulla manifestazione inventata negli anni ’80 dall’ideologo dell’effimero Renato Nicolini, comincia a pesare un certo allarme per i ritardi nelle graduatorie e nella delibera dei finanziamenti. La rassegna tradizionalmente inizia il primo giugno, ma quest’anno la commissione che valuta le domande di finanziamento darà la sua graduatoria molto tardi, il 30 maggio. Se fosse un omaggio all’insediamento ufficiale del nuovo consiglio comunale, avvenuto ieri, sarebbe maldestro considerando che la commissione è tecnica e non politica. Uscita la graduatoria, che non è vincolante, toccherà al nuovo assessore alla cultura, Umberto Croppi, decidere i singoli finanziamenti. A spiazzare gli operatori c’è stata anche la decisione di ridurre in corso d’opera il bando da due anni a uno: comprensibile che la nuova amministrazione voglia dare un suo taglio alla manifestazione già a partire dall’anno prossimo, indubbio che nelle domande la previsione era di ammortizzare alcune spese su un periodo lungo il doppio.
Resta inteso che ogni volta che ci sono le elezioni comunali in primavera l’Estate Romana ne soffra, ma in realtà si respira una aria di surreale immobilismo sui temi culturali e sulla gestione delle grandi istituzioni, con il rischio di ritardare la programmazione, nella capitale sempre con il fiato un po’ corto. Resta infatti misterioso come si possa sfuggire all’effimero valorizzando «la tradizione popolare -attraverso- celebrazione di eventi religiosi: feste e spettacoli di piazza...», come si legge nelle linee programmatiche di Alemanno, dove emerge inoltre la volontà di orientare il Teatro di Roma e l’Opera di Roma verso il «repertorio». Idea quest’ultima, che lascia qualche perplessità considerando quanto le due istituzioni già siano tradizionali. Per la programmazione non sempre felice delle passate stagioni, l’Opera soffre una notevole disaffezione del pubblico nelle sue sedi istituzionali -Teatri Costanzi e Nazionale-, ma le linee programmatiche prevedono solo «l’incremento della fruizione della stagione estiva a Caracalla», anche in questo caso eventi dal carattere squisitamente intrattenitivo.
A quanto sembra nel mese di giugno si assisterà all’avvicendamento alla presidenza di Cinema per Roma, fondazione che promuove la Festa del Cinema: si fa il nome di Andrea Mondello al posto del fondatore Goffredo Bettini. Sarebbe il primo atto di spoil system culturale dopo il cambio di maggioranza a Roma. Tuttavia un altro spoil system rischia di avvenire fuori dallo sguardo dei media: potrebbe investire quanti prestano la loro opera in associazioni, servizi, cooperative dediti alle attività culturali. È un mondo fatto di contratti a termine, co co pro, fatture e ricevute, privo di qualsiasi garanzia e che rischia un forte contraccolpo da un clima di incertezza che potrebbe portare alla paralisi di un settore complesso e delicato come quello della cultura.

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