martedì 24 febbraio 2009

Testamento biologico: Rutelli e i teodem dividono il Pd

l’Unità 24.2.09
Testamento biologico: Rutelli e i teodem dividono il Pd
di Jolanda Bufalini

Il Pd ha presentato 36 emendamenti unitari. Su “idratazione e nutrizione” si esprime l’orientamento «largamente prevalente» ed è firmato da Finocchiaro e Zanda. Ma non c’è la firma di Dorina Bianchi.

«Cos’è, un biglietto d’auguri per Franceschini?», scappa detto al senatore Lionello Cosentino, quando vede l’emendamento presentato da Rutelli, che esclude dal testamento biologico la possbilità di rifiutare nutrizione e idratazione forzata.
La sequenza dei fatti è questa: la settimana scorsa la neo-presidente del gruppo Pd in commissione sanità Dorina Bianchi si astiene sul testo base (da oggi in discussione con circa 600 emendamenti, sempre in commissione), mentre la maggioranza del gruppo vota contro. A quel punto la presidenza del gruppo Pd al Senato, assume direttamente il coordinamento del lavoro comune. Lavoro al quale sono designati, oltre alla stessa Bianchi, i senatori Ignazio Marino e Daniele Bosone: quest’ultimo è medico, fa di mestiere il neurologo.
I due medici
I due medici, dunque, fanno un lavoro di mediazione cercando di calarsi nella realtà, di superare le posizioni ideologiche. Dice Bosone: «Con l’ideologia non si fa assistenza e senza assistenza non si tutela la vita». È un lavoro che, intanto, guarda alle esigenze reali delle famiglie che si trovano a far fronte alle esigenze dei malati terminali, anche quelle che non hanno possibilità economiche. Un lavoro «di grande disponibilità e apertura», lo definisce Ignazio Marino. Un lavoro di «sintesi culturale, perché la libertà di coscienza non esime dal lavoro politico», dice Bosone. E che fa punto cardine il rispetto dell’articolo 32 della costituzione sull’inviolabile diritto di scelta della persona. Sabato, Dario Franceschini, nel discorso di candidatura a segretario, inserisce un passaggio giudicato di grande importanza sulla necessità che il legislatore si ispiri a una mentalità laica. Anche Massimo D’Alema interviene: «l'idea che la legge obblighi il cittadino a subire determinati trattamenti, perchè la nutrizione forzata attraverso sondini o tubi gastrici è un trattamento, non ha eguali in nessun Paese civile, e speriamo che possa essere evitata agli italiani».
Chi firma e chi non firma
Siamo a ieri mattina alle 11, dead line per la presentazione degli emendamenti. Sul punto più delicato,la posizione del Pd tiene insieme la “tutela della vita” e il “principio di autodeterminazione”. Il compromesso prevede che «nutrizione e idratazione siano sostegno vitale», ma che «nel rispetto della Costituzione «è ammessa l’eccezionalità del caso di sospensione se espressamnente oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento». Primi firmatari sono Anna Finocchiaro e Luigi Zanda. Seguono le firme di tutti i componenti della commissione, tranne la presidente e il senatore rutelliano Gustavino. Commenta Donatella Poretti (radicale): quello non è il mio emendamento, lo firmo perché è espressione del lavoro di gruppo. «Sconfortante», commenta Ignazio Marino che vede ancora una volta vanificato l’ennesimo passo in avanti verso una soluzione comune.
«Imbarazzo» è il termine diplomatico che circola nelle stanze della presidenza di gruppo rispetto alla posizione assunta da Dorina Bianchi, vista la sua posizione di capogruppo. In un comunicato Anna Finocchiaro sottolinea il lavoro unitario: «Il Pd ha presentato in Senato, in commissione sanità, 36 emendamenti che riassumono il serio lavoro di sintesi fatto in questi ultimi mesi» e, su idratazione e nutrizione, «è stato presentato un emendamento sottoscritto dalla presidenza del Gruppo, da senatori laici e da senatori cattolici, coerente con la posizione largamente prevalente e in sintonia con quella assunta sabato dal segretario Dario Franceschini». Questa dunque la posizione del Pd, fatta salva la pari dignità politica - ma non numerica - di altri emendamenti. Cosa c’è nel piatto? quali giochi e equilibri politici? Non qli interessi del paese reale, pensa Ignazio Marino. «Mi sembra il terreno meno opportuno per le manovre politiche, soprattutto dopo l’assemblea di sabato», commenta il cattolico Daniele Bosone. E c’è da registare anche il giallo di una riunione dei senatori con il neosegretario Franceschini, che - però - non era prevista né nella sua agenda e né in quella della presidenza del gruppo.
Oggi si ricomincia: 600 gli emendamenti. 100 solo della maggioranza e 250 di Donatella Poretti. Iil fatto che dalla maggioranza sia arrivata quella caterva di correzioni significa che anche nel centro destra le acque non sono tanto tranquille. Chissà se qualcuno andrà a vedere.

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