venerdì 13 febbraio 2009

Cambio nel Pd. Una teodem al posto di Marino

l’Unità 13.2.09
Cambio nel Pd. Una teodem al posto di Marino
di Jolanda Bufalini

Il senatore sostituito da Dorina Bianchi nella commissione sanità
Veltroni: la nostra politica sul testamento biologico non muta
Io non mi tirerò indietro, dice, rasserenante, battagliero, il senatore Marino. «Il mio impegno per una legge sul testamento biologico, che rispetti la libertà di cura e l'autodeterminazione di ogni persona, non è in discussione». La notizia che, nel pomeriggio di mercoledì la commissione Sanità aveva accolto le dimissioni di Ignazio Marino da capogruppo pd e il gruppo eletto alla (quasi) unanimità la senatrice Dorina Bianchi (un passato da teodem ora dell’area Fioroni) ha avuto l’effetto di una deflagrazione. Perché il senatore medico, cattolico e laico, firmatario della proposta di legge del Pd, lascia proprio nel mezzo della battaglia parlamentare sul testamento biologico?
In effetti l’affaire si presenta con molte sfaccettature. Già da ottobre, da quando è diventato presidente della commissione d’inchiesta sull’efficienza servizio sanitario nazionale, Marino aveva chiesto alla presidente del gruppo Anna Finocchiaro di lasciare. Lui stesso lo dice: «Data la mia esperienza di medico e le mie competenze specifiche in sanità, credo di poter essere utile in quel ruolo». Tutto vero, da tre settimane, ovvero dalla ripresa post-natalizia, la questione era all’ordine del giorno. Ma che il nodo si sia sciolto proprio ora e sul nome della senatrice Bianchi assume, «oggettivamente», dicono diversi senatori, un valore simbolico.
Il segretario del Pd però non ci sta. Walter Veltroni rivendica il suo personale impegno e il voto, proprio in Senato, «su una mozione contrapposta a quella del governo in cui si difende il diritto a decidere di sé anche per quello che riguarda la nutrizione e l’idratazione artificiale». «Questa - sottolinea Veltroni - è la posizione prevalente: che poi in un grande partito come il Pd, ci siano anche posizioni personali differenti su motivazioni di coscienza lo considero fisiologico».
La stessa tranquillità esprime la presidenza del gruppo del Senato, e rinvia ai quindici punti della mozione presentata dal Pd, alla quale hanno lavorato, oltre a Marino, Daniele Bosone e Albertina Soliani - entrambi cattolici provenienti dalla Margherita. In quella mozione si prevede - per il principio di autodeterminazione - la sospensione della nutrizione e idratazione artificiale, se anticipatamente espressa. Quella la posizione «condivisa» e la cartina al tornasole sarà il voto sul testo in discussione al Senato.
Fiorenza Bassoli è l’unica a non aver votato il cambio della guardia in commissione sanità. «Era ovviamente comprensibile - dice - l’esigenza di sostituire Marino». Comprensibile pure che vi sia quel lavoro di «bilancino» fra le diverse anime del Pd. «Ma anche così si poteva individuare una figura più dialogante. Bosone avrà pure avuto le stesse posizioni di Baio Dossi e Binetti, però è capace di mediare».
La senatrice neoeletta che ha scatenato la tempesta, intanto, mette in chiaro: «Io in commissione mi sono espressa a favore della legge del governo su Eluana. Ma martedì mattina, quando si sono votate le mozioni sul testamento biologico, ho votato il documento del Pd e non quello del Pdl, come invece hanno fatto altri colleghi del nostro gruppo». E Fioroni: «È della mia area ma è stata votata all’unanimità...fra un po’ siamo alla stella di David».
Però la discussione sul testo Calabrò (del governo), in Senato, prosegue serrata. Per Ignazio Marino è un testo brutto che «prima passa, prima sarà bocciato dalla corte Costituzionale». È un testo che non prevede le cure paliative e le misure in favore dei disabili. Per questo il senatore annuncia un maxi-emendamento. «Il mio impegno in Senato sarà ancora più intenso e continuerò a contrastare l'impostazione anticostituzionale e antiscientifica della legge della destra»,aggiunge.
Ci sarà un relatore di minoranza? A giudicare dagli umori, la presidenza del gruppo non potrà disinteressarsi della questione.

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