sabato 30 agosto 2008

L’alimentazione artificiale spacca le «due anime» del Pd

l’Unità 30.8.08
L’alimentazione artificiale spacca le «due anime» del Pd
I Teodem con i forzisti. Il senatore-chirurgo: rispettare la Carta
di Maria Zegarelli

RITARDI Negli Stati Uniti se ne è parlato - e si è fatta una legge - un terzo di secolo fa. A seguire tutti gli altri Paesi hanno affrontato il delicato tema del testamento biologico. Lo hanno fatto la Spagna, la Germania, l’Australia, la Nuova Zelanda, solo per citarne alcuni. L’Italia da tre legislature affronta il tema della fine della vita senza riuscire a trovare un punto di sintesi. Nel precedente governo Berlusconi l’allora senatore Cdl Antonio Tomassini - attuale presidente della Commissione Sanità - presentò un disegno di legge che fu approvato all’unanimità dalla Commissione ma non approdò mai in Aula. Il contenuto non era molto diverso da quello che durante la scorsa legislatura fu presentato da Ignazio Marino (suo successore a capo della Commissione) e firmato dall’allora capogruppo Anna Finocchiaro. Ma le posizioni della Cdl cambiarono, forte di quel fragile equilibrio su cui si reggeva l’Unione. Parlare di temi etici nell’Unione equivaleva a camminare sulle sabbie mobili. C’erano i cattolici di Mastella e i teodem del Pd che su aborto, fecondazione assistita, testamento biologico (ma anche i Dico) minacciavano le barricate. Un lavoro certosino quello di Marino per cercare la sintesi su cui far convergere i consensi. Dopo 49 audizioni di scienziati ed esperti Marino arrivò ad un testo caduto, poi, insieme al governo Prodi a cui Mastella aveva posto fine per altri motivi. Ma già allora era chiaro che difficilmente si sarebbe arrivati ad una legge. Su un punto il dialogo si è arenato: l’idratazione e la nutrizione artificiale del paziente. Quelle che ancora oggi tengono in vita-non vita Eluana.
Secondo Paola Binetti, deputata Pd, teodem, interrompere l’idratazione e la nutrizione artificiale del paziente equivale a mettere in pratica l’eutanasia. È tutto qui il nodo politico attorno a cui si è aggrovigliata la discussione parlamentare durante il governo Prodi (erano 12 i ddl depositati in commissione Sanità al Senato, mentre oggi ce ne sono 14 tra Palazzo Madama e Montecitorio) e su cui rischia di aggrovigliarsi durante quella in corso. Con la differenza che stavolta sembra profilarsi una pericolosa - per il Pd - «alleanza» tra teodem e pezzi di Pdl. Ignazio Marino - scienziato made in Italy con una esperienza ventennale negli States - ha depositato un ddl lo scorso aprile su cui hanno apposto la loro firma 101 senatori. «Durante la scorsa legislatura - spiega Marino - ho fatto tesoro di quelle 49 audizioni, ho ascoltato i dubbi e i suggerimenti che ognuno dava al nostro lavoro. Da qui la decisione di escludere dal testo depositato pochi mesi fa l’obbligatorietà del testamento biologico e di aggiungere un’intera parte dedicata alla terapia del dolore e alle cure palliative. Il nostro obiettivo è quello di dotare l’Italia di una legge umana, che rispetti il dettato dell’articolo 32 della Costituzione». Nessuno può essere sottoposto contro la sua volontà a trattamenti medici: questo il faro, la direzione da seguire.
Nella legge si affronta anche un altro drammatico problema: la distribuzione sul territorio degli «hospice». Attualmente ce ne sono 120: 103 nel Nord, 3 nel Sud, il resto nel Centro. Nel Nord ci sono 25 milioni di abitanti, nel Sud 22. Un paese a due velocità, anche in questo caso. «Con il nostro testo - dice Marino - prevediamo un potenziamento di queste strutture, che possono ospitare pazienti come Eluana, anche nel Sud per colmare un vuoto che ricade completamente sulle spalle delle famiglie». Eppure, ancora una volta, la politica si spacca. Il Pd stesso si spacca. Emanuela Baio Dossi, infatti, ha presentato un suo ddl di legge - con le firme bipartisan di molti senatori cattolici - che converge con le posizioni espresse ieri da Maurizio Lupi (Pdl): «Primo: idratazione ed alimentazione non sono cure mediche. Quindi non si possono sospendere. Secondo: la volontà della persona deve essere continuamente reiterata, oggi puoi pensare una cosa... ma domani?». «Licenziare una legge che esclude idratazione e nutrizione dai trattamenti medici vuol dire impedire alle persone di esprimere la propria volontà - replica Marino -. Di fatto la legge sarebbe peggiorativa del dettato costituzionale». Il presidente del Senato Renato Schifani si è impegnato alla ripresa dei lavori parlamentari a dare priorità al dibattito. Stesso impegno assunto dal presidente della Commissione Sanità. Come è emerso da un sondaggio Euripes è l’86% dei cittadini a chiedere una legge sul testamento biologico.

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