martedì 9 settembre 2008

L'appello del Papa

il Riformista 9.9.08
L'appello del Papa
Dai movimenti al Parlamento. Politici cattolici, alla fine ci pensa Ruini?
di Paolo Rodari

Non sono pochi i vescovi della Chiesa italiana che ritengono che alle parole pronunciate l'altro ieri dal Papa, secondo le quali serve al mondo della politica «una nuova generazione» di «cristiani impegnati» che con «competenza e rigore morali» cerchino soluzioni di «sviluppo sostenibile», occorra rispondere in fretta. Ma per tutti una cosa è evidente: la risposta non possono più essere quelle scuole di formazione politica che, sul finire degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta, provarono a occupare quello spazio che gradatamente lo sfaldamento della Democrazia cristiana stava lasciando libero dietro di sé: le scuole fallirono (erano nate come funghi ovunque, soprattutto nelle parrocchie, negli istituti religiosi, nei centri culturali e nelle diocesi) anche perché - come spiega al Riformista Luca Diotallevi - «la politica è una prassi, non è un episteme, e dunque non s'impara a scuola». Non solo. Secondo Diotallevi il richiamo più importante fatto dal Pontefice domenica risiede nella richiesta «che queste nuove generazione di laici lavorino per il bene comune». In sostanza, è una richiesta che va in scia a quanto il cardinale Camillo Ruini intende debba essere la presenza cattolica in politica: non la fossilizzazione in un unico partito per difendersi dal nemico, quanto una proposta culturale della propria identità a 360 gradi, correndo magari il rischio della contestazione e, a volte, della marginalizzazione.
Dunque il cardinale Ruini: attraverso la presidenza del progetto culturale, sarà lui a continuare la linea intrapresa dalla Chiesa con la fine della Dc: basta col partito unico, sì al bipolarismo e soprattutto a un'opera di riavvicinamento, di ri-affezione dei cattolici al lavoro culturale e quindi anche all'impegno politico.
La risposta alle parole del Papa, insomma, è dal basso che deve sorgere, da dove già ci sono luoghi e persone "vivaci", interessate alla promozione del bene comune e, dunque, all'impegno anche in politica. Sono luoghi non difficili da elencare e che soltanto oggi, dopo i quindici anni di guida della Cei di Ruini, sembrano aver trovato le energie giuste per emergere. Per dire: «Eccoci, i nuovi cattolici in politica siamo noi».
Innanzitutto ci sono le Acli che stanno costituendo una propria fondazione. Si chiama "Achille Grandi" e il suo scopo è quello di creare un circolo virtuoso tra formazione alla cittadinanza e formazione politica. In sostanza, la fondazione vuole creare dei luoghi di incontro, aiuto e formazione permanente non soltanto per i politici, ma per tutti quei laici impegnati nella ricerca del bene comune. È, negli intenti, l'opposto di quelle scuole di formazione politica in voga all'inizio degli anni Ottanta. Il metodo è ribaltato. Si offrono luoghi di sviluppo di tutta la persona ai quali futuri politici e coloro che già sono impegnati in politica, possono attingere forze, energie, idee.
Anche il Movimento politico per l'unità dei focolarini si muove più o meno così: dare un'anima, un'ispirazione, alla politica attraverso incontri nelle sedi parlamentari, regionali, nelle città, convegni e seminari di studio, grandi manifestazioni. Affinché una politica volta all'unità e alla ricerca del bene comune sia messa in campo. È più o meno la stessa scia sulla quale navigano oggi l'Azione cattolica, la Fuci, l'Mcl e tanto associazionismo cattolico.
Simile, ma con sfaccettature diverse, è quella Rete Italia fondata dai politici Formigoni, Lupi e Mauro. I tre ciellini hanno aggregato attorno a sé amministratori locali, studenti universitari, giovani attirati dalla politica e simpatizzanti di vario genere, interessati a essere formati a un certo modo di fare politica. In pratica il modello a cui guardare è quello lombardo da anni nelle mani di Formigoni. I tre hanno messo su anche una scuola dove si apprende "come fare politica" ma, più in generale, anche qui è un luogo che fa da collante tra un certo cattolicesimo impegnato (Cl) e l'attività politica.
A Roma, nel palazzo detto dei "cento preti", un tempo ricovero per i sacerdoti della diocesi, risiedono tre organizzazioni cruciali per il mondo dell'associazionismo cattolico. Non fanno politica in senso stretto ma incarnano alla perfezione l'idea che più che di scuole politiche vi sia bisogno di uomini capaci di influenzare la politica sui temi più importanti. Ai "cento preti" c'è il settore "vita" coordinato da Scienza & Vita, quello "società" da Retinopera e la lobby della "famiglia" coordinata dal forum delle associazioni familiari.


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