martedì 26 agosto 2008

Famiglia Cristiana, il Vaticano si schiera col governo

l’Unità 15.8.08
Famiglia Cristiana, il Vaticano si schiera col governo
Padre Lombardi: «Non ha titolo per riportare i pensieri della Santa Sede». Il Pdl gongola
di Luca Sebastiani

CHIAREZZA Tanto per evitare gli equivoci e mettere i puntini sulle i, ieri il Vaticano è intervenuto nella polemica che da giorni oppone il governo e Famiglia cristiana. Per chiarire la sua posizione e prendere la distanza di sicurezza dagli editoriali del settimanale dei Paolini che ultimamente hanno fatto saltare i nervi, peraltro fragili, della maggioranza. Come quando ha avanzato i dubbi che in Italia stia progredendo una forma strisciante di fascismo.
«Il settimanale è una testata importante della realtà cattolica», ha riconosciuto padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. Che ha subito aggiunto che nonostante questo «non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana». Ergo: «le sue posizioni sono quindi esclusivamente responsabilità della sua direzione». Un’ovvietà per chiunque abbia una minima cognizione di come funzioni la stampa, ma non evidentemente per la destra. Che nel tirarsi fuori dalla mischia polemica da parte del Vaticano, ha voluto leggerci il nulla osta della Santa Sede alla condotta del governo. Maurizio Gasparri, che solo il giorno prima brandiva le minacce di querela ad Antonio Sciortino, il direttore di Famiglia Cristiana, ieri gongolava soddisfatto. «Una sconfessione di questa portata vale mille volte di più di una vittoria processuale per gli insulti subiti». Come lui hanno gioito innumerevoli esponenti della maggioranza. L’ellittico ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi, che incassate le parole del Vaticano ha benignamente analizzato che «Famiglia cristiana adotta una tecnica pubblicitaria collaudata, a cui collaboriamo tutti con simpatia». O come il battagliero sottosegretario Carlo Giovanardi, che salito sulle barricate contro il settimanale «cattocomunista» negli scorsi giorni, ieri ha preferito smentire le accuse di fascismo rivolte al governo adoperandosi in una visita ad un centro di recupero per tossicodipendenti del vicentino.
Ma la dichiarazione del Vaticano è stata una sconfessione di Famiglia Cristiana? «Non ci sentiamo sconfessati», ha dichiarato il direttore Sciortino che ha precisato a sua volta di non essersi «mai sognato di essere la voce ufficiale del Vaticano o della Cei». Per quello ci sono, rispettivamente, L’Osservatore romano e Avvenire. Quindi, per Sciortino, la dichiarazione del Vaticano è «corretta». «Scorretto», per il direttore è invece chi cerca di usare strumentalmente la voce della Santa Sede. E a destra di questi tentativi ce ne sono stati in abbondanza. Tanto che in serata anche Rosy Bindi è intervenuta per mettere in guardia la maggioranza di «non gioire troppo per l’ovvia precisazione di padre Lombardi, ma di prendere invece sul serio le critiche pesanti che vengono rivolte all'azione di Governo». Critiche, aggiunge la Bindi, «che sicuramente sono condivise da molte famiglie cattoliche italiane, che magari hanno votato per il centrodestra e che oggi sono deluse da un'azione di governo che discrimina la parte più debole del nostro paese». In effetti le critiche di Famiglia Cristiana al governo riguardavano, oltre alla sicurezza, anche la sua incapacità di rispondere alla crescente povertà delle famiglie. Prima che ciò gli valesse l’accusa di «cattocomunismo». «La libertà d'informazione non può essere messa in discussione» ha tuonato ieri Vincenzo Vita del Pd, il quale ha giudicato «alquanto discutibile» anche l’intervento del Vaticano che, ha detto, «non può che apparire come censorio».

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