domenica 3 agosto 2008

Pd. Chiesta accelerazione della legge sul testamento biologico

l’Unità 2.8.08
Pd. Chiesta accelerazione della legge sul testamento biologico
Il non voto lascia strascichi. Tra rutelliani e teodem...
di Maria Zegarelli

Giornata controversa nel Partito democratico alle prese in Senato con il voto sul conflitto di attribuzione per il caso Eluana. Passi avanti verso un punto di sintesi, come il progetto di legge sul testamento biologico depositato con la firma di 101 senatori tre mesi fa, ma anche tensioni, come dimostra la decisione di non partecipare al voto dettata dalla consapevolezza che quello resta un terreno minato, malgrado le dichiarazioni unanimi sul fatto che quella di ieri non è stata una “via di fuga”. E poi ci sono i teodem. Lettura controversa, dunque, per la giornata politica di questo venerdì di inizio agosto.
È il botta e risposta fra i democratici a rivelare lo stato d’animo. Binetti, Bobba, Carra, Calgaro, Lusetti, Musella, Ria e Sarubbi (i teodem e i cattolici più intransigenti) firmano un comunicato per dire che il «Pd con sofferta mediazione ha offerto una importante manifestazione di unità e di compattezza non partecipando al voto sul conflitto di attribuzione», e aggiungono, in sintesi, che alla fine ha avuto la meglio la posizione dei «rutelliani», che non vogliono «collaborare in nessun modo a trasformare un dramma personale e familiare in una sentenza di morte». Il passo successivo è stato il deposito di un loro progetto di legge sul testamento biologico nel quale si prevede un deciso «no» all’eutanasia e all’interruzione dell’idratazione e della nutrizione artificiale del paziente. I malumori e le prese di distanza sono stati immediati. Non solo tra gli ex ds e gli ex popolari. Anche dagli stessi rutelliani sono arrivati i distinguo. «Non se esista nel Pd una corrente “rutelliana” - ha commentato a caldo Roberto Della Seta - ma di sicuro i rutelliani del Pd, cioè coloro che in questi anni, dalla nascita del Democratici in poi, hanno condiviso l’esperienza collettiva rappresentata da Rutelli, non possono essere confusi con le posizioni dei cosiddetti “teodem”, sul caso Englaro come in generale sulle questioni eticamente sensibili». Un colpo, per la minicorrente dei cattolici «duri e puri» che durante la scorsa legislatura ha cercato di imporre la linea al partito minacciando ogni volta di far mancare i voti necessari alla maggioranza a Palazzo Madama. Il loro “peso specifico” è in caduta libera eppure il Pd non può ignorare le posizioni che esprimono e che rappresentano una fetta di elettorato cattolico.
Di contro, nel pomeriggio il partito del Nazareno ha registrato come un proprio successo l’ approvazione a Palazzo Madama - il Pdl non ha partecipato al voto - di un ordine del giorno presentato dal Pd (firmatari Anna Finocchiaro, Luigi Zanda e Nicola La Torre) in cui si chiede che entro la fine dell’anno si arrivi a dotare il paese di una legge sul testamento biologico. Proposito auspicato anche dallo stesso presidente Renato Schifani. Ma il percorso - malgrado le intenzioni - non si annuncia per niente facile. Sarà importante giungere a maggioranze trasversali perché nello stesso Pd, ancora una volta, i teodem annunciano battaglia. Non sono d’accordo su uno dei punti fondamentali - e per questo non l’hanno sottoscritto - del disegno di legge depositato a Palazzo Madama, (primi firmatari Ignazio Marino, Anna Finocchiaro e Vittoria Franco) firmato da 101 senatori. Tra i 23 articoli che lo compongono c’è anche quello che prevede l’interruzione dell’idratazione e della nutrizione artificiale nei casi in cui le condizioni del paziente siano disperate. «Farraginoso, complesso e complicato approvare un testo come quello a cui ha lavorato Marino», commenta Paola Binetti avvisando che i teodem, «ma anche tanti altri del partito» non voteranno mai una legge che prevede l’interruzione dell’idratazione e della nutrizione artificiale. Per loro quella resta «una sentenza di morte». «Abbiamo già presentato una nostra proposta di legge, anzi tre», spiega la senatrice. Sintetica la risposta di un senatore Pd: «Abbiamo 101 firme per un testo di legge che è un grande lavoro di sintesi. I teodem? Non sono loro il partito».

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