venerdì 15 maggio 2009

Spagna, nuova legge sull’aborto Zapatero lancia la sfida ai vescovi

La Repubblica 15.5.09
Spagna, nuova legge sull’aborto Zapatero lancia la sfida ai vescovi
di Cristina Nadotti

Le manifestazioni di piazza, gli anatemi dei vescovi e le immagini forti usate dall´opposizione, che ha parlato di «bambini al settimo mese di gestazione finiti nel tritacarne», non hanno fermato il governo Zapatero. Ieri il Consiglio dei ministri spagnolo ha mosso un altro passo sulla strada dell´acquisizione dei diritti civili e ha approvato la nuova legge sull´aborto. Con la norma che la stampa locale ha definito «un mutamento storico», l´interruzione di gravidanza diventa ora il diritto a scegliere liberamente la maternità e non una concessione fatta alla donna da medici o giudici, come stabilito dalla legge in vigore varata nel 1985. E basterà aver compiuto 16 anni per poter decidere da sole, entro le 14 settimane di gestazione, di non volere aver un figlio.
L´approvazione del progetto da parte del Parlamento non è in discussione, visto che la maggioranza relativa ha consentito a Zapatero di governare con tranquillità e anche una parte dei cattolici, tra i quali il leader del Partito Popolare Mariano Rajoy, ha dichiarato in passato di non opporsi alla nuova legge, salvo tuonare ora contro la concessione dell´aborto alle ragazze di 16 anni. Ma in questo la norma sull´interruzione di gravidanza non fa che adeguarsi alla "Legge sull´autonomia del paziente", per la quale in Spagna i maggiori di 16 anni possono decidere da soli di tutte le terapie mediche alle quali devono sottoporsi.
L´unico requisito chiesto prima di procedere all´aborto è che il centro pubblico o privato a cui le donne si rivolgeranno fornisca informazioni scritte sui programmi sociali di aiuti alle madri, sui diritti di cui godono le lavoratrici in caso di maternità e sulle terapie anticoncezionali. Fatto ciò, la donna avrà tre giorni per riflettere, scaduti i quali nessuno le potrà negare l´intervento. L´aborto sarà consentito anche fino alla ventiduesima settimana in caso di grave rischio fisico o psichico per la salute dalla donna o di malformazione del feto, se constatate dai medici. E ancora, sarà possibile interrompere la gravidanza in qualunque momento in caso di «anomalia incompatibile con la vita» o di «malattia incurabile del feto», ma allora la decisione finale spetterà ad una commissione medica. La nuova legge obbligherà gli enti pubblici ad adeguamenti dispendiosi, poiché al momento solo il tre per cento degli aborti si svolge in strutture pubbliche e la sanità spagnola è impreparata a garantire il diritto all´aborto cui fa riferimento la nuova legge.
María Teresa Fernádez de la Vega, vicepresidente del consiglio, ha detto che «termini quali "diritti", "garanzie", "sicurezza" e "rispetto" caratterizzano il testo di legge, con il fine ultimo di salvaguardare la dignità della donna». Ma queste rassicurazioni non fermeranno la campagna a tappeto lanciata nelle scorse settimane dai vescovi, i quali hanno sostenuto che «in Spagna gli embrioni delle linci sono più tutelati di quelli umani», un riferimento ai finanziamenti e alla ricerca per la salvaguardia della lince iberica.

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