venerdì 3 aprile 2009

La Corte costituzionale boccia la legge 40

La Corte costituzionale boccia la legge 40

Il Manifesto del 2 aprile 2009, pag. 9

di Iaia Vantaggiato

La Corte costituzionale boccia di fatto la legge 40 sulla fecondazione assistita dichiarandone illegittimo l`articolo 14, quello che prevede che ci sia "un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni. A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, sono stati il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World association reproductive medicine (Warm) e una coppia non fertile di Milano affetta da esostosi, una grave malattia genetica (con tasso di trasmissibilità superiore al 50%) che genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa. Dire "no" al limite dei tre embrioni vuol dire, in realtà, minare sin dalle fondamenta l`intera struttura della legge il cui vero vulnus non riguarda tanto la produzione degli embrioni quanto l`obbligatorietà di un trattamento sanitario che costringe le donne - senza considerazione alcuna rispetto alle differenti condizioni di età o di salute - ad accettare un impianto (tre, non meno di tre, non più di tre) che può portare a gravidanze multiple o, viceversa, a nessuna gravidanza. Col rischio, in quest`ultimo caso, di vedersi costrette a ripetere pesantissimi trattamenti ovarici. "La legge 40 - spiega Carlo Flamigni - non tiene conto della differenza tra giovani e meno giovani, tra le diversità di risposta ovarica agli stimoli così che le ragazze più giovani possono andare incontro a gravidanze trigemini e le meno giovani incorrere nel rischio di non avere neanche un bambino". E tuttavia, continua Flamigni, "l`impianto della legge si modifica completamente con la dichiarazione di illegittimità di quel limite. Il problema è capire ora come la legge 40 si riassesta perché niente di nuovo, almeno al momento, mi pare venga detto a proposito delle indagini genetiche preimpianto né - tantomeno - mi pare ci siano novità rispetto alla fecondazione eterologa". Ma il vero problema, visto che da ieri è caduto per incostituzionalità il limite dei tre embrioni, è capire che fine fanno quelli prodotti in eccesso. Lo stesso articolo 14 della legge 40 ne vieta infatti la crioconservazione, cioè il congelamento, ma la Corte su questo non si è pronunciata "La questione - afferma Maria Luisa Boccia è proprio quello della conservazione degli embrioni. Di quelli, per intenderci, che la donna non accetta o che comunque sono in sovrannumero. Secondo l`etica cattolica non andrebbero conservati. Ma allora che ne facciamo? Non sarebbe giusto pensare di conservarli per eventuali nuovi impianti o per la ricerca?". Una legge folle e insensata, la legge 40, che alle donne impone la maternità, ai laboratori di produrre un numero prestabilito di embrioni e ai medici di impiantarli tutti per evitare il fantasma della "conservazione". La sentenza di ieri smaschera, in parte, questa insensatezza perché nel momento in cui definisce incostituzionale l`impianto obbligatorio dice altresì quanto sia per l`appunto folle e insensato stabilire per legge il numero degli embrioni da produrre e di conseguenza da impiantare. "La legge sulla fecondazione assistita - continua Maria Luisa Boccia - è una legge contro la salute della donne e contro la dignità della persona. Contro il buon senso, la ragionevolezza e contro la Costituzione". E` una legge che ignora quanto sia più importante - rispetto al desiderio di maternità o comunque di genitorialità - una pratica medica viva e attenta piuttosto che un algido e rigido codice. E la cronaca degli ultimi giorni ci impone accostamenti che solo al `apparenza sembrerebbero impropri: la legge sulla fecondazione assistita è stata costruita nello stesso modo in cui è stata costruita la legge sul testamento biologico. In entrambi i casi paradigmi rigidi e assoluti che non tengono conto delle diverse situazioni. E, in entrambi i casi, trattamenti sanitari obbligatori. Che si tratti di tre embrioni o di un sondino. Tra le prime a reazioni alla sentenza della Corte costituzionale quella di Eugenia Roccella, sottosegretaria al Welfare con delega alla bioetica. Di fatto colei che della legge sulla fecondazione assistita dovrà, tra breve, occuparsi: "Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri». Un modo come un altro per annunciare l`imminente emanazione di «nuove linee guida».

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