domenica 1 maggio 2011

Blitz elettorale sul biotestamento

La Stampa 28.4.11
Blitz elettorale sul biotestamento
Berlusconi e Casini accelerano ma il sì finale dopo il voto
Carlo Bertini

Per ora è una toccata e fuga, con uno scopo non confessato, sventolare una bandiera che dovrebbe piacere all’elettorato cattolico in vista delle amministrative. Ma siccome il biotestamento è tema sensibile che investe le coscienze di tutti gli italiani, è probabile che all’accelerazione decisa ieri alla Camera, segua una prudente frenata per far slittare a dopo le elezioni un testo controverso e foriero di lacerazioni in tutti i partiti. Un testo che esclude la possibilità di rinunciare in piena coscienza, al momento della stesura di un testamento biologico, ad alimentazione e idratazione forzate. Che i medici saranno tenuti a fornire al paziente, salvo i casi in cui non sia più in grado di assimilarle.
Non stupisce dunque che ieri in piazza Montecitorio le associazioni dei medici Cgil protestassero consegnando a Fini 10 mila firme in difesa del dettato costituzionale che riconosce alla persona il diritto di non curarsi. Questo poco prima che l’aula votasse, su richiesta di Casini, un’inversione dell’ordine del giorno per passare subito all’esame del testo sul fine-vita. Quindi, dopo una battaglia tra Pd-RadicaliIdv-Fli e Pdl-Lega-Udc, la proposta di Casini passava a larga maggioranza 306 a 248. Con Fini lesto a chiarire che, comunque sia, l’aula oggi procederà con l’esame del Documento di finanza pubblica come deciso dall’ultima capigruppo. E quindi, dopo la bocciatura delle pregiudiziali di costituzionalità di Idv e Radicali, tutti a casa con la scusa che mancavano i pareri delle commissioni di merito agli ultimi emendamenti depositati. Ma con la consapevolezza generale che se ne riparlerà dopo il 17 maggio, complice la fitta agenda e la pausa dei lavori dovuta alla campagna elettorale.
«Hanno detto che bisognava fare presto e ora si scopre il bluff», attaccava il Radicale Maurizio Turco. «Vedremo, ancora non sappiamo quando concluderemo l’esame», metteva le mani avanti il capogruppo del Pdl Cicchitto. «Ma certo che slitterà al 17 maggio!», sbottava un cattolico moderato come Pierluigi Castagnetti del Pd. Convinto che il blitz di Casini fosse dettato dall’esigenza di «non farsi scavalcare nel rapporto con il Vaticano dalla Lega, che per prima in capigruppo aveva chiesto di procedere all’esame del fine-vita». E che il motivo del probabile rinvio del voto finale sia «la paura che tutti hanno di misurarsi in campagna elettorale con questo tema». E come viatico dell’incontro di oggi con Bertone, ieri Berlusconi è sceso in campo con una lettera ai deputati «per un voto responsabile» su una legge, che non sarebbe stata necessaria, «se non ci fossero tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il Parlamento e usurparne le funzioni». Il riferimento è al caso Englaro e tutto quel che comportò, comprese le divisioni in Parlamento tra laici e cattolici, tanto che il premier ha voluto chiarire che «nel nostro partito esistono sensibilità diverse su questo tema, e non è mia intenzione chiedere che queste convinzioni personali siano sacrificate. Ma il lungo lavoro sul testo di legge credo abbia portato a un risultato largamente condivisibile».
E se l’obiettivo della maggioranza era spaccare il Pd, i primi effetti si son visti all’assemblea del gruppo Democrat dove Fioroni è stato convinto da Veltroni a non far votare i «suoi» con la maggioranza contro la pregiudiziale dei Radicali. E dopo aver tuonato in aula contro chi «butta un tema così delicato nel tritacarne della campagna elettorale», Franceschini si è sorbito l’accusa di Buttiglione di esser andato al traino dei Radicali e della loro «campagna eutanasica». Accusa che «ci offende sanguinosamente», ha reagito duro Bersani. Con massima soddisfazione di Pdl e Lega, che in un colpo hanno ottenuto la spaccatura di Pd, Terzo Polo e opposizioni.

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