martedì 2 marzo 2010

“No alle coppie di fatto”: i vescovi emiliani danno i voti

il Fatto 2.3.10
“No alle coppie di fatto”: i vescovi emiliani danno i voti
Stabiliti i valori non negoziabili: aborto, procreazione assistita, testamento biologico
di Chiara Paolin

Dopo l'affaire Delbono e le polemiche sulla legittimità della candidatura ter per Vasco Errani, adesso il Pd se la deve vedere anche con i vescovi dell’Emilia Romagna. I quali hanno preso carta e penna per far sapere agli elettori qual è il dovere dei bravi cattolici. Un comunicato ufficiale della Diocesi di Bologna, pubblicato sulle pagine locali dell'Avvenire, spiega che la Chiesa non fa politica, ma il fedele deve votare con grande prudenza, affidandosi al consiglio di un esperto. Dice infatti la nota: "Ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere nell’attuale situazione quali valori umani fondamentali sono in questione, e giudicare quale parte politica dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione. L’aiuto che i sacerdoti devono dare quindi consiste nell’illuminare il fedele perché individui quei valori umani fondamentali che oggi in Regione meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi, perché maggiormente misconosciuti o calpestati. Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele". Ma come, e il Concordato del 1984 che vieta espressamente ai sacerdoti di influenzare l'elettorato? Ha la sua giusta menzione: "Il sacerdote deve astenersi completamente dall’indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei valori umani in questione. Questa indicazione infatti sarebbe in realtà un’indicazione di voto". A questo punto l'elettore cattolico ha davvero bisogno di un'illuminazione divina per intendere il consiglio del prete indovinando per proprio conto il simbolino giusto da sbarrare sulla scheda. Franco Grillini, candidato governatore per l'Idv, non ha dubbi: "Nel documento si parla di valori non negoziabili come se i partiti fossero del tutto privi di valori e ideali. E non avessero essi stessi valori non negoziabili. Si tratta di un'ingerenza inaccettabile". I punti cardine del decalogo vescovile si legano alla stretta attualità. Le unioni di fatto, specie omosessuali, non possono trovare posto nella civile convivenza: il primo firmatario, l'arcivescovo di Bologna, Cardinale Carlo Caffarra, ha già avuto modo di chiarire il concetto dichiarando inaccettabile la norma regionale che dallo scorso 1 gennaio prevede consistenti diritti a favore delle coppie non sposate. Segue la condanna dell’aborto e delle tecniche per la procreazione, il no al testamento biologico e al diritto sul fine vita, l’importanza di investire su scuola e cultura cattolica per arrivare alla promozione della pace e al rispetto del creato. Insomma, soddisfare le alte sfere ecclesiastiche sarà davvero un bell’impegno per chi si candida a governare. Giancarlo Mazzuca, scelto inizialmente dal Pdl per sfidare Errani e poi spostato sulla competizione per il Comune di Bologna, ne sa qualcosa: “Nei mesi scorsi avevo confrontato le mie idee con Caffarra. Ormai alcuni diritti sono socialmente acquisiti, ma bisogna fare attenzione a non creare disuguaglianze. Le coppie di fatto, per esempio. Se due studenti vanno a convivere, con questa legge possono chiedere una casa popolare dopo due anni, e magari sorpassare in graduatoria una famiglia. Certo stavolta i vescovi si sono spinti molto avanti. Forse perché, dopo le polemiche pubbliche, ci fu un incontro tra Errani e Caffarra. Il governatore aveva promesso di smussare alcuni aspetti della norma, invece il provvedimento è rimasto identico. E ormai è legge”. Sua eminenza ha reagito così.

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