sabato 24 gennaio 2009

Nuova svolta del presidente. I vescovi Usa: "Siamo preoccupati"

La Repubblica 24.1.09
Aborto e staminali, svolta nell´America di Obama
Obama cancella il veto di Bush "Fondi alle organizzazioni pro-aborto"
Nuova svolta del presidente. I vescovi Usa: "Siamo preoccupati"
di Mario Calabresi

In soli tre giorni sono state radicalmente messe discussione le basi etiche e ideologiche della Casa Bianca di George W. Bush: mercoledì Obama ha promesso un´Amministrazione più trasparente e il ritiro dei soldati dall´Iraq in 16 mesi, giovedì ha riscritto la dottrina della sicurezza nazionale, ordinando la fine della tortura, delle carceri segrete della Cia e la chiusura di Guantanamo e infine ieri ha riaperto il dibattito sull´aborto e gli embrioni. La decisione della Fda non dipende da Obama, ma non è casuale la scelta dei tempi: si è aspettato che Bush lasciasse Washington e giurasse un presidente che in campagna elettorale ha promesso di rimuovere i divieti al finanziamento federale della ricerca che utilizza gli embrioni.
L´ordine esecutivo firmato ieri sera da Obama elimina la norma - voluta da Reagan nel 1984 e rilanciata da Bush nel 2001 - che impedisce di dare finanziamenti pubblici alle organizzazioni non governative americane e internazionali che prevedono nelle loro politiche di pianificazione familiare anche l´interruzione di gravidanza. Questa norma chiamata "Mexico City Policy", perché venne adottata durante il vertice dell´Onu sulla popolazione che si tenne nella capitale messicana 25 anni fa, è stata al centro di una battaglia ideologica serratissima. Già Bill Clinton la abolì nel 1993, con il suo primo ordine esecutivo da presidente, e scegliendo di farlo nel giorno del ventesimo anniversario della decisione della Corte Suprema che autorizzò l´aborto. Otto anni dopo, utilizzando la stessa data simbolica, George W. Bush annullò la decisione di Clinton ripristinando il divieto voluto da Reagan. Ora anche Obama è entrato in questa battaglia, ma ha voluto lanciare un segnale di dialogo: non ha firmato la sua decisione nel giorno del contestato anniversario - quando sul Mall di Washington sfilano migliaia di manifestanti in favore del diritto alla vita - per segnalare la volontà di un approccio pragmatico e non ideologico. Non è il caso di lanciare guerre di religione nel momento in cui ha bisogno di un sostegno bipartisan per affrontare la crisi economica.
Tanto che l´altroieri sera, dopo aver detto che la legge sull´aborto «non solo protegge la salute delle donne e la libertà di riproduzione ma simbolizza anche un principio più ampio: che il governo non deve entrare negli affari più intimi della famiglia», Obama ha sottolineato che al di là delle opinioni personali deve esserci unità «nella volontà di prevenire gravidanza indesiderate, ridurre il numero degli aborti e sostenere le donne e le famiglie nelle scelte che fanno».
Ma la Chiesa cattolica è pronta ad andare allo scontro con il nuovo presidente sia se sceglierà di firmare una nuova legge in discussione al Congresso - il Freedom of Choice Act - che prevede una rimozione dei limiti all´aborto decisi negli ultimi anni a livello federale e statale, sia se andrà avanti sulle cellule staminali embrionali. «Siamo preoccupati - ha detto il vescovo di Orlando Thomas Gerard Wenski alla Radio Vaticana - per il fatto che gli ideologi pro-aborto possano far passare al Congresso una legge abortista più radicale: speriamo che ciò non accada, ma se dovesse accadere, speriamo di riuscire a convincerlo a non firmarla».

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