giovedì 5 novembre 2009

Crocifisso, Berlusconi e la chiesa all'assalto dell'Europa

Crocifisso, Berlusconi e la chiesa all'assalto dell'Europa

Il manifesto del 5 novembre 2009
Iaia Vantaggiato

Una decisione inaccettabile per noi italiani, «una di quelle decisioni che ci fanno dubitare del buon senso dell`Europa». Così Silvio Berlusconi - nell`annunciare un imminente ricorso - commenta la sentenza, peraltro non definitiva, della corte di Strasburgo che obbligherebbe l`Italia a rimuovere i crocifissi dalle aule scolastiche. Parole un po` forti, soprattutto perché pronunciate dal premier di uno dei 27 paesi membri dell`Unione. Ma anche un attacco infondato all`Europa visto che - e Berlusconi non può non saperlo - la corte europea dei diritti dell`uomo non è un organismo dell`Ue ma un`istituzione nata, nel 1954, in seno al Consiglio d`Europa. Sta di fatto che la polemica sul crocifisso si trasforma, ieri, in una «iperidentitaria» crocifissione dell`Europa. Come sempre il più schietto è il ministro delle riforme Umberto Bossi che definisce la sentenza «una stronzata»: «L`Europa - dice - va bene per l`Economia ma per tante altre cose no anche perché è distante dalla gente e fa le cose contrarie a quelle che vogliono i cittadini». E non la manda a dire neanche il ministro della difesa Ignazio La Russa: «Il crocifisso? Possono morire, non lo toglieremo» mentre il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola - quasi un fine esegeta rispetto agli altri - chiosa: «Se il Cristianesimo è un elemento di disturbo, vuol dire che trionfa di nuovo Pilato». Passi per tutti e passi pure per il capogruppo del Pdl al senato Maurizio Gasparri, strasicuro che l`unità d`Europa non si possa realizzare «soffocando ì diritti della maggioranza in nome di una integrazione di facciata». Gasparri non ha dubbi: è arrivato il momento di interrogarsi sull`utilità e la validità di tutto l`apparato burocratico dell`Unione europea. Un apparato del quale, però, la corte di Strasburgo non fa parte. Stupisce tuttavia che a lasciarsi trarre in inganno dall`equivoco sia il più equilibrato leader dell`Udc Pier Ferdinando Casini. che, nel paventare il rischio di una deriva integralista anti-Ue, dichiara: «Questa è una Europa laicista che non lascia spazio nè a Dio nè alla religione. E noi siamo invece per un`Europa laica che riconosca le proprie origini cristiane». E «noi» siamo anche in piena campagna elettorale così che a tutti fa piacere l`apprezzamento espresso dal segretario di stato vaticano per la scelta del governo italiano di fare ricorso contro la sentenza di Strasburgo. «Purtroppo questa Europa del Terzo Millennio - dichiara il cardinal Tarcisio Bertone ci lascia solo le zucche di Halloween e ci toglie i simboli più cari». Tutti contro, insomma, tranne Emma Bonino che nel pronunciamento di Strasburgo vede, al contrario; «un inno alla religiosità»

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