sabato 18 dicembre 2010

Il Vaticano scieglie ancora il Cav

il Fatto 18.12.10
Il Vaticano scieglie ancora il Cav
Pressioni su Casini per far affondare il Terzo Polo
di Marco Politi

Città del Vaticano. “La Chiesa spinge l’Udc all’abbraccio con il governo. Casini non vuole legarsi a un cadavere. E intanto il Papa elogia Berlusconi per aver difeso il crocifisso dinanzi all’Europa. È una partita a tre, assai delicata, quella che si sta giocando all’interno del mondo cattolico. Visto il totale allineamento del premier alle istanze economiche e legislative della Chiesa (al pranzo con il cardinale Bertone prima della fiducia Berlusconi dichiarò platealmente “non sarò mai contro il Vaticano”) i vertici ecclesiastici si sentono sempre più incoraggiati a intervenire nel-l’arena politica e a premere sul partito di Casini perché non proceda con Fini sulla via del Terzo polo, ma raggiunga un accordo con il governo.
Evidenti le parole pronunciate il 15 dicembre dal cardinale Bagnasco, presidente della Cei, quando ha affermato che gli italiani si sono espressi “in modo chiaro e democratico” per la governabilità e tale desiderio deve essere “da tutti rispettato e perseguito”. Pochi giorni dopo Bagnasco ha rilanciato l’appello ad un dialogo vero “nelle articolazioni dello Stato, che diversamente si inceppa”. Il segretario di stato vaticano Bertone ha invocato la benedizione divina sui governanti italiani. E l’Avvenire ha ammonito Casini a non approntare un “terzo pasticcio” (altro che Terzo Polo!).
Benedetto XVI, ricevendo per le credenziali il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Greco, ieri ha coronato il tutto ribadendo solennemente il diritto di intervento della Chiesa. “Lo Stato – ha detto richiamandosi al Concordato – è chiamato a tutelare non solo i diritti dei credenti alla libertà di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione e delle comunità religiose nella sfera pubblica”. I legami tra l’Italia e la Chiesa cattolica costituiscono caratteristiche, ha ricordato il Papa, che “non possono essere negate, dimenticate o emarginate”. Quando è successo, ha ammonito Ratzinger, “si sono causati pericolosi squilibri e dolorose fratture nella vita sociale del Paese”. Monito chiarissimo. Seguito dall’elogio del governo Berlusconi per il mantenimento del crocifisso nelle scuole e la difesa delle minoranze cristiane nel mondo. Perché tutti capiscano l’Osservatore Romano ha titolato: “Il Papa ribadisce il ruolo legittimo della religione nella sfera pubblica”.
CASINI, eppure, non ha intenzione di cedere. Non entrerà in un governo Berlusconi né rinuncerà allo stretto coordinamento con Fini. Lo ha anche spiegato al cardinale Bagnasco incontrato pochi giorni fa. Casini sa che i vertici ecclesiastici sono arroccati nell’appoggio al governo Berlusconi, ma ormai non tornerà indietro. Conta su quel trenta per cento dell’episcopato che da tempo ha silenziosamente sfiduciato Berlusconi, e sa che parte dell’associazionismo cattolico guarda al centro o a sinistra ed è stanco di un premier parolaio e bunga-bunga . Ma soprattutto Casini ha ancora carte forti nei confronti della gerarchia ecclesiastica. Il suo pacchetto di voti capace di impedire in parlamento qualsiasi approvazione di leggi invise al Vaticano.
Se la Chiesa teme che si stabiliscano norme contrarie alla dottrina vaticana su temi sensibili come le coppie di fatto o il testamento biologico – questo il ragionamento illustrato a suoi interlocutori ecclesiastici di persona e tramite suoi ambasciatori – allora non deve temere : in parlamento l’Udc farà barriera con il Pdl e la Lega. Tutto questo si può fare dall’“esterno” senza aggregarsi al carro di Berlusconi, che per Casini è ormai politicamente inaffidabile come premier. Le posizioni diverse di Fini? È giusto lasciare libertà di dibattito (nel segno di un’antica tradizione democristiana che va riscoperta ). Ma rafforzare il Terzo Polo, così suona il messaggio di Casini al Vaticano, significa favorire la crescita dell’area cattolico-moderata con la prospettiva di attrarre sui temi cari alla Chiesa voti dalla destra finiana e dall’area dei popolari del Pd. Dall’associazione dei Focolari giunge un assist al leader Udc. Il governo non ha una maggioranza capace di affrontare i problemi del Paese, rimarca il professore Antonio Maria Baggio esponente del movimento. Un accordo Berlusconi-Casini è possibile solo rispettando le condizioni dei centristi. In primo luogo “necessariamente” va riformata la legge elettorale. Altrimenti non si va da nessuna parte.

mercoledì 15 dicembre 2010

Il Vaticano Avvisa «Pier»

Il Vaticano Avvisa «Pier»

Pierfrancesco De Robertis, Il Giorno/Il Resto del Carlino/ La Nazione, il 06/12/10

Le parole in politica pesano, specie quelle di un cardinale. Specie se arrivano dopo settimane di pressing discreti, fatti in incontri riservati e in messaggi recapitati per vie traverse ma sempre di altissimo livello e importanza. Notate: mano mano che la crisi politica si avvicina al fatale epilogo del 14 dicembre si fanno più espliciti gli interventi della gerarchia cattolica nell’attualità italiana (tipo quello di due giorni fa del cardinale Camillo Ruini, ancora l’uomo forte del Vaticano nelle vicende di casa nostra).

Destinatario degli appelli al «rafforzamento del governo» (come quello appunto di Ruini) non è tanto Berlusconi i cui rapporti con il Vaticano godono di ottima salute, quanto il cattolico Pier Ferdinando Casini. Gli inviti vengono non a caso dal Vaticano e non dalla Cei (i vescovi) i cui punti di vista talvolta non collimano. La Cei è guidata dal cardinale Bagnasco ma riflette gli umori dei molti vescovi sparsi sul territorio italiano, non sempre e non tutti d’accordo nel «contestualizzare» - come direbbe monsignor Fisichella - lo stile di vita del premier. Il Vaticano ha invece verso la politica un approccio più pragmatico, con uno sguardo che va oltre il contigente e bada più al sodo: l’esenzione Ici ai beni ecclesiastici «non esclusivamente commerciali» (stimata in 400 milioni all’anno), i contributi alla scuola cattolica e quant’altro. Tutti elementi (per alcuni, privilegi) che i vari governi Berlusconi hanno sempre assicurato. Il «gentiluomo di sua santità» Gianni Letta (ma ultimamente anche Tremonti) oltretevere è di casa. Berlusconi quindi per il Papa (inteso come Santa Sede) non è un problema. Il «problema» può invece esserlo adesso Casini, e soprattutto la possibilità che l’Udc si allei con il ‘senzadio’ Fini, propugnatore di una destra laica e in certi accenti addirittura anticlericale. Ecco quindi spiegati i richiami pubblici di Ruini, ecco il senso dei tanti appelli che in queste settimane sono giunti riservatamente a Casini perché in qualche modo trovi il verso di puntellare il governo Berlusconi. Per «Pier» resistere potrebbe non essere facilissimo.

lunedì 13 dicembre 2010

Non agiremo mai contro il Vaticano"

La Repubblica 10.12.10
Non agiremo mai contro il Vaticano"
Berlusconi pranza con Bertone: lavoro perché il Papa possa andare a Mosca
All´incontro per i nuovi cardinali l´assenza di Bagnasco conferma il gelo con la Cei
di Marco Ansaldo

CITTÀ DEL VATICANO - «Caro ambasciatore, lei ora lascia l´incarico di rappresentare l´Italia presso la Santa Sede per andare a Mosca, dove c´è il mio amico Vladimir Putin. Io vengo criticato per questo rapporto. Mi accusano. Mi attaccano. Ma non capiscono che il mio vero obiettivo è quello di portare la Russia in ambito occidentale. E che grazie a questa relazione privilegiata sto lavorando anche con il patriarca ortodosso Kirill perché si creino le condizioni affinché il Papa possa andare un giorno a Mosca».
Sono passate le 14 a Palazzo Borromeo, sede della legazione italiana presso il Vaticano, quando il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si rivolge all´ambasciatore Antonio Zanardi Landi, padrone di casa e organizzatore dell´incontro. Mezzo governo è schierato sulla lunga tavolata che domina la sala grande. Ci sono Letta, Bonaiuti, Frattini, Tremonti, Alfano, Bondi, Fazio, Fitto, Romani, Gelmini. C´è anche il consigliere per la politica internazionale del premier, il deputato del Pdl, Valentino Valentini, uomo di collegamento di Berlusconi con la Russia. E dall´altro lato del tavolo i commensali sono il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, e 9 dei 10 nuovi cardinali italiani usciti dal recente Concistoro in cui Benedetto XVI ha creato 24 porporati.
Palpabile l´attesa per un evento che, se è una tappa ormai di prammatica dopo ogni Sacro collegio (fu Prodi a presenziare nel 2007), cade ora a pochi giorni dal decisivo voto di fiducia del 14 dicembre per il governo, con un presidente del Consiglio alla ricerca di appoggi autorevoli. Un momento delicato, a cui la Segreteria di Stato vaticana ha risposto in maniera positiva.
Ai cardinali di fresca nomina il premier ha fatto i complimenti e regalato una croce pettorale. E a tutti ha espresso ottimismo per l´imminente passaggio in aula, confidando di poter ottenere i numeri richiesti. «Da parte mia - ha assicurato prima di ricordare gli anni trascorsi dai salesiani (guardando Bertone che appartiene a quell´ordine) - non verrà mai nulla contro il Vaticano». E dopo alcune frasi del sottosegretario Gianni Letta, il collaboratore del Papa ha risposto ringraziando il governo di aver condotto una politica a favore della Chiesa. Con i giornalisti Bertone si è poi schernito («era solo un pranzo di cortesia, io ero ospite, prego per l´Italia e prego per il futuro di ogni Paese con cui siamo in relazione perché i problemi toccano tutto il mondo, non solo l´Italia»).
Della delegazione ecclesiale facevano parte i cardinali Ravasi, Romeo, De Paolis, Sardi, Amato, Piacenza, Monterisi, Sgreccia e Bartoloni. Assente giustificato Baldelli. Spiccava piuttosto l´assenza del presidente dei vescovi, Angelo Bagnasco, che aveva un impegno precedente a Genova, sua arcidiocesi cui tiene molto. Al suo posto il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata.
E´ da tempo del resto che i vescovi italiani non nascondono malumore verso Berlusconi. Il loro quotidiano di riferimento, Avvenire, l´altro giorno in un editoriale si è schierato contro il voto anticipato se in Parlamento si trovasse un´altra maggioranza. C´è chi guarda al dopo. Tremonti (che ieri si è speso sulla necessità di sostenere la famiglia), gode di grande stima. Stuzzica l´idea di un Ppe italiano prospettata da Formigoni. L´ingresso dell´Udc nella maggioranza offrirebbe qualche rassicurazione. Ma non convince la prospettiva di un partito di centro con il ‘laicista´ Fini.
All´uscita del palazzo bocche cucite, comunque, per i porporati. «Meno litigi e scosse ci sono, meglio è», commenterà più tardi uno dei cardinali che ha partecipato alla colazione di lavoro. «Gli uomini di governo devono perseguire il bene comune, non quello del proprio partito», aggiungeva un altro. Nei saloni in cui, fra pochi giorni, Zanardi Landi sarà sostituito dal nuovo ambasciatore Francesco Greco, Berlusconi si lasciava infine andare su una poltrona: «Se poi non otterrò la fiducia - diceva scherzando - vorrà dire che mi riposerò».

mercoledì 8 dicembre 2010

una nuova materia per le scuole superiori «Introduzione alle religioni»

l’Unità 5.12.10
Pd: una nuova materia per le scuole superiori «Introduzione alle religioni»
Alla proposta hanno aderito 22 parlamentari di quasi tutti i gruppi
Per Giovanna Melandri servirà a «colmare la lacuna attualmente presente nella scuola circa la conoscenza delle grandi esperienze religiose di tutto il mondo». Apprezzamento da parte dei rappresentanti di tutte le fedi
di Gian Mario Gillio

Con una conferenza stampa alla Camera, i deputati del Pd Giovanna Melandri, Jean-Leonard Touadi e Andrea Sarubbi, assieme a Paola Frassinetti del Pdl, hanno presentato una nuova proposta didattica denominata Introduzione alle religioni. «L’appartenenza religiosa si legge nella proposta di legge a prima firma Melandri, che ha già visto l’adesione di 22 parlamentari di quasi tutti i gruppi torna a essere una delle componenti essenziali dell’identità degli uomini e delle donne del nostro tempo». L’insegnamento dell’Introduzione alle religioni è inserito come materia di studio obbligatoria nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria superiore. Sono abilitati all’insegnamento i laureati in discipline umanistiche assunti in seguito a concorso pubblico; è prevista un’ora settimanale di insegnamento per ogni classe. Dunque al centro della proposta vi è l’analisi del fenomeno religioso quale elemento trasversale all’esperienza umana e alle culture. Uno sguardo alle grandi tradizioni religiose (induismo, buddhismo, ebraismo, cristianesimo al quale verrebbe prestata particolare attenzione e islam) attraverso l’analisi dei relativi testi sacri, delle tradizioni, delle culture e delle identità dei popoli.
MELANDRI: CONTRO L’ATTUALE LACUNA
«Una nuova materia ha spiegato Melandri che, senza voler minimamente intaccare la funzione ed il ruolo riconosciuti all’insegnamento della religione cattolica (Irc) dalle disposizioni concordatarie, vuole colmare la lacuna attualmente presente nella scuola circa la conoscenza delle grandi esperienze religiose di tutto il mondo. Ciò consentirà, a partire dall’approccio ai testi di riferimento, di cominciare a dotare gli studenti di quegli strumenti culturali idonei a comprendere la pluralità che caratterizza la società di oggi. Pensiamo, ad esempio, alle nuove generazioni nate e cresciute in uno spazio multiculturale e interconfessionale».
AQUILANTE: PROPOSTA IMPORTANTE
Il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha sottolineato l’apprezzamento per un’iniziativa che appoggia: «Questa proposta è importante in quanto allinea l’Italia all’Europa e tiene conto del fatto che la nostra società si presenta sempre più multiculturale e multi-religiosa. Soprattutto ha proseguito Aquilante apre ad una nuova laicità che favorisce lo sviluppo delle capacità critiche nel processo formativo».
Fondamentale si legge nella proposta di legge che adeguato spazio sia riservato anche alle tradizioni religiose orientali. Non solo per dare agli studenti la possibilità di coglierne la ricchezza spirituale e artistica, ma anche come risposta di civiltà al crescente e diversificato fenomeno migratorio. Ad appoggiare l’iniziativa erano presenti anche rappresentanti delle diverse fedi: Sandro Di Castro, dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Giorgio Ferri, dell’Unione degli atei e degli agnostici e razionalisti, e Alessandro Paolantoni, segretario generale dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia.